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Cdm, per l'ex Ilva arriva l’amministrazione straordinaria

Salta il divorzio consensuale tra governo e ArcelorMittal: via libera a un decreto legge ad hoc con cui rafforzare alcune misure

Cdm, per l'ex Ilva arriva l’amministrazione straordinaria

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Cdm, per l'ex Ilva si va verso l’amministrazione straordinaria

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È durato poco meno di un'ora il Consiglio dei ministri che ha approvato un decreto legge che rafforza alcune misure gia presenti nell’ordinamento, a tutela della continuità produttiva e occupazionale delle aziende in crisi, fra cui l’ex Ilva, e prevede garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l’eventuale amministrazione straordinaria. È dunque saltato il divorzio consensuale tra governo e ArcelorMittal per una soluzione meno traumatica sul futuro della realtà tarantino.

Il governo ha dunque preparato il terreno per il passaggio della società in amministrazione straordinaria, dopo la rottura irreversibile con ArcelorMittal. I margini per una ricomposizione della rottura del confronto sembrano quasi inesistenti. Il colosso franco-indiano ha detto no all’aumento di capitale per l'ex Ilva, pur da posizione di minoranza, proponendo 200 milioni di euro per l’acquisto degli asset. Il testo che ha ricevuto il via libera prevede l'esclusione dalla cassa integrazione dei lavoratori impegnati nella sicurezza e nella manutenzione degli impianti, per consentire che restino operativi. Nessuna novità invece per le disposizioni - già inserite nell'ordinamento - a tutela delle piccole e medie imprese creditrici.

"Invitalia, operando su mandato del governo, ha sempre dato disponibilità a sostenere la società e ad esplorare e percorrere ogni soluzione compatibile con la normativa vigente, sia nazionale che comunitaria. ArcelorMittal si è sempre rifiutata di partecipare al sostegno del Piano industriale approvato in Assemblea anche con il proprio voto favorevole", quanto reso noto da fonti vicine al dossier commentano l'esito della trattativa con ArcelorMittal sul futuro dell'ex Ilva. Ricordiamo che l'azienda tarantina necessita di liquidità per pagare i fornitori e garantire il proseguimento della produzione. Un passaggio delicato che riguarda una realtà che assieme all'indotto conta circa 20.000 lavoratori tra Taranto e Genova.

Riflettori accesi sul futuro dell'acciaio in Italia, evidenzia Palazzo Chigi, confermando l'incontro con le organizzazioni sindacali per giovedì 18 gennaio, ore 15.00. Filtra soddisfazione dalla maggioranza, così Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia: "La decisione del Cdm di accelerare sulla questione Acciaierie d'Italia va nella direzione auspicata da Forza Italia. Come abbiamo sempre detto serviva avviare la svolta rispetto alla gestione attuale e tutelare innanzitutto i lavoratori e le aziende dell'indotto che ci stanno molto a cuore". L'azzurro ha poi evidenziato: "Senza fare questo non possiamo pensare di riavviare lo stabilimento siderurgico che deve assicurare la produzione di acciaio green nel rispetto di ambiente e salute".

Complici le riunioni del pomeriggio, fonti di governo hanno reso noto che il decreto legge con "disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell’anno 2024 e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale" è slittato a una nuova riunione del Cdm che si terrà la prossima settimana.

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