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La famiglia è mia non dello Stato, i bimbi nel bosco e i Pro Pal: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: il caso dei tre bambini strappati ai genitori, il disastro Nazionale e Fico

La famiglia è mia non dello Stato, i bimbi nel bosco e i Pro Pal: quindi, oggi...

- Non credo che vivere nei boschi, senza acqua corrente né elettricità, con i bagni fuori da casa, sia l’ideale per dei bambini. Soprattutto se impedisci loro di andare a scuola, dove possono sviluppare relazioni umane sane. Però, dico però: ha senso togliere ai genitori la potestà se quei bimbi sono felici e non vengono maltrattati? C’è o no il diritto della famiglia, e non dello Stato, di decidere come educare la propria prole? Io credo di sì. Anche perché poi non mi pare che i Tribunali intervengano così rapidamente nel togliere i minori alle famiglie rom.

- Leggo che la Toscana avvia l’iter per riconoscere la Palestina. Utilità? Zero. Ma nessuno lo dirà a Giani e alla nuova paladina della sinistra, Mia Diop.

- Vorrei tanto che qualcuno desse ascolto, in tutti gli sport, a Prandelli: “La tattica ha ucciso la tecnica”, nelle scuole calcio bisogna “istruire e non allenare”. Chi se ne frega del risultato, se poi i tuoi calciatori non sanno stoppare il pallone? E poi basta con questi schemi nei vivai: il numero 10 va messo davanti alla porta, non in difesa.

- Leggo che secondo alcuni, anche autorevoli esponenti della politica, dietro il retroscena sul caso Quirinale ci sarebbero i servizi segreti russi. Ha stato Putin. Come è facile sostenere certe tesi: tanto nessuno potrà mai smentirti.

- "Se vinciamo avremo battuto il governo, e sarà uno snodo fondamentale per vincere le Politiche del 2027”, ha detto Roberto Fico. Va bene tutto, signori. Ma pensare che vincere in Campania, dove regna il Pd da decenni, sia indicativo di quello che accadrà in Italia dimostra la tanta sfacciataggine o la poca aderenza alla realtà del candidato grillino. Sarebbe un po’ come dire che se il centrodestra vince in Veneto allora la Lega alle prossime Politiche sarà il primo partito.

- È vero invece il contrario, cosa che ammette anche Fico: se lui perde in Campania, “addio campo largo”. E questo è verissimo, perché se l’alleanza M5S-Pd dovesse fallire anche la più semplice delle battaglie politiche allora vorrebbe dire che gli elettori, per davvero, questa unione irrazionale non la vedono di buon grado.

- Come previsto, i Pro Pal a Bologna hanno scatenato guerriglia. La colpa? Loro. E di chi non prende le distanze delle loro follie.

- Ed ecco che la risposta del ministro Crosetto sul caso del “gozzo” di Roberto Fico dimostra quello che dicevamo qualche giorno fa, ovvero che FdI ha - come spesso accade - sbagliato obiettivo. È stato un errore accusare il grillino di aver ormeggiato abusivamente il natante in una zona di competenza militare per due motivi: 1) il rischio era che si scoprisse che era tutto in regola, come effettivamente è (Fico paga 500 euro all’anno, forse pochi ma comunque in regola); 2) accusare chicchessia di irregolarità, in Campania, non mi sembra il modo migliore per ottenere voti. Il punto qui non è se Fico ormeggiasse il “gozzo” in maniera abusiva o meno, ma il fatto stesso che abbia il “gozzo”. Proprio lui che andava con l’autobus alla Camera per fingere finto pauperismo.

- Vi riporto da uno dei test dei corsi di aggiornamento per giornalisti, che sa quasi di indottrinamento politicamente corretto. “Di fronte alla notizia di una persona di nazionalità egiziana accusata di aver scippato un pensionato italiano, qual è il titolo deontologicamente corretto? a. Egiziano scippa pensionato; b. Uomo scippa un pensionato; c. Musulmano scippa un pensionato”. Ovviamente tutti noi diremmo “a”, perché se il tizio è egiziano è egiziano, se poi pure irregolare avrebbe anche l’aggravante. Ma ovviamente la “deontologia”, che evidentemente scrivono per loro stessi, vorrebbe che noi rispondessimo b. Meritano una pernacchia.

- "All'Unione europea non è stato comunicato alcun piano in maniera ufficiale e mi sembri assurdo commentare a questo punto”, ha detto il

presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. Che è come ammettere la totale irrilevanza dell’Europa, chiamata a spendere (soldi e risorse) per Kiev ma incapace di decidere assolutamente nulla. Siamo morti, purtroppo.

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