La farsa dei Prof che fingono di farsi guidare dagli italiani

La farsa dei Prof che fingono di farsi guidare dagli italiani

Dalla battaglia del grano alla battaglia delle mail: l’agro pontino di Mario Monti è un servizio fotografico pubblicato da Oggi, in cui dieci balilla della spending review mostrano l’indefessa opera del nostro premier al fianco del suo adorato popolo. L’uomo mandato dalla provvidenza finanziaria, infatti, sembra apparentemente distaccato, ma in realtà è immerso fino al collo negli umori degli italiani. O, almeno, nelle loro scartoffie. Perché si sa: è l’aratro che traccia il solco, ma è la carta che lo difende.
Per dimostrarsi davvero vicino alla sua gente, il premier ne ha inventata una delle sue: la situation room. Ma si capisce: essendo molto british, city, Moody’s e Goldman Sachs, che poteva inventare? Il centro ascolto? La stanza della posta? L’angolo di zio Mario? Macché: ha inventato la situation room. Che cos’è? È il posto della spending review. Of course. E così, alla faccia della perfida Albione, dieci funzionari (dieci!) di Palazzo Chigi si fanno immortalare dal settimanale patinato mentre compulsano avidamente pile di fogli su cui stanno scritte le rimostranze dei cittadini. E poi dividono i fogli in faldoni (i faldoni!) con su scritto in pennarello rosso l’argomento: Enti pubblici, Opere incompiute, Province, Giustizia, Costi della Politica. Finita la divisione, la lotta agli sprechi si può dire compiuta. Vincere e vinceremo (almeno sulla carta).
Sì, è vero che nel frattempo, mentre i suddetti dieci funzionari giocano a «faldone e moschetto, montiano perfetto», di tagli alla spesa non se ne vede nemmeno l’ombra. Ma non si può mica avere tutto dalla vita: otto milioni di baionette e 130mila mail sono pronte a difendere il governo che sa ascoltare gli italiani e far arrivare puntuali i treni del fisco. L’atmosfera nella situation room, ci tengono a far sapere, «è quella della squadra impegnata alle Olimpiadi». Dimenticano di dire le prove: salto con lo spreco e lancio dell’Imu. Comunque sono Olimpiadi molto faticose: i dieci atleti della spending review infatti «lavorano dalle 8 alle 20, sabato e domenica compresi». È ovvio: nella situation room, come a Palazzo Venezia, la luce è sempre accesa. Che cosa non si fa per stare vicino alla gente.
In effetti il premier ci tiene un sacco a stare vicino alla gente. E infatti dalla gente si fa scrivere le mail. Del resto è tipico: quando tu vuoi essere davvero vicino a uno che fai? Lo guardi negli occhi? Gli stringi la mano? Gli dai una carezza? Macché: gli scrivi una mail. O, se ci tieni proprio tanto al rapporto, anche un fax. Se va avanti così, ancora un po’, per dimostrare quanto ci tiene alla gente, Monti si farà presentare le segnalazione dello spreco in carta bollata. E poi magari si farà mandare un fonogramma. Sempre per sentire la gente vicina, s’intende. Con una mail già la senti vicina, figurarsi con la carta bollata. O con il fonogramma.
Fra l’altro, chissà quante proposte interessanti ci saranno dentro quei faldoni che, come recitano le cronache, sono «alti mezzo metro e svettano sulle scrivanie della situation room». Il cittadino della Liguria che segnala la spesa per il rospo ululone, per esempio, è divertente. Certo: se a Palazzo Chigi avessero letto il Giornale avrebbero trovato quella denuncia già più volte, ma non è più comodo farsi mandare 130mila mail, che leggere i quotidiani? E i doppi incarichi di sindaci e consiglieri regionali? Lo sanno tutti che mandano in bestia chiunque: epperò non ci fosse quella segnalazione da Bari quando mai se ne sarebbe parlato (a parte alcuni volumi e decine di pagine di quotidiani)? Lo vedete: il lavoro dei dieci balilla della spending review è utilissimo. Anche se, fra tante domande, lascia inevasa la principale: appena finito il servizio fotografico che fine faranno quei faldoni? Ci giocheranno a rubamazzetto? O è previsto un risparmio (almeno quello) di legna per il camino?
Credere, obbedire, distribuire (le mail). Così la spending review «è fatta per la prima volta dal popolo», come dice il reportage. Ma sì, avanti: la milizia volontaria sobria e popolare spezzerà le reni alla Grecia e anche un po’ a Bruxelles. Solo un dubbio: quanto costa tutto ciò? Qual è il prezzo del servizio di lettura dello sfogatoio italiano? Nulla, dicono i dieci funzionari. E spiegano: «Siamo tutti assunti a Palazzo Chigi, quindi ci pagherebbero lo stipendio lo stesso». Ecco, appunto, ma il dubbio resta: se non fossero qui a giocare con i faldoni davanti ai fotografi, questi dieci infaticabili eroi dove sarebbero? A svolgere un’altra mansione vitale per il Paese? A curare gli interessi nevralgici di Palazzo Chigi? La domanda non è peregrina.

Perché se questi dieci funzionari possono stare otto ore al giorno nella situation room senza che il resto del normale svolgimento dell’attività di governo ne abbia un danno, vuol dire che sono un evidente esubero nel pubblico impiego. E allora mi ricredo: la raccolta di mail non sarebbe così del tutto inutile. Almeno uno spreco da tagliare subito ce l’ha mostrato: i dieci stipendi di costoro.

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