
Una proposta di legge per limitare l'uso degli smartphone da parte dei minorenni è stata presentata oggi da Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli d'Italia e segretario di presidenza della Camera.
"Sugli effetti deleteri dell'uso dello smartphone da parte dei più giovani arriva un altro allarme, questa volta da parte dei ricercatori dell'autorevole Sapien Labs, secondo i quali possedere uno smartphone prima dei 13 anni può compromettere la salute e il benessere mentale", spiega Zucconi che poi aggiunge: "Lo studio mostra che disturbi quali aggressività, distacco dalla realtà, scarsa regolazione emotiva e bassa autostima sono in gran parte associati, tra l'altro, all'accesso precoce ai social e a un rischio maggiore di cyberbullismo".
Secondo il deputato meloniano "si tratta di dati fortemente preoccupanti che impongono interventi concreti per arginare un fenomeno sempre più dilagante quale quello della dipendenza dai device digitali e da internet". Zucconi si augura che la sua proposta di legge "trovi il giusto favore in Parlamento, sono in ballo il benessere psichico e sociale delle giovani generazioni che rappresentano il futuro del nostro Paese".
Il testo prevede che i ragazzi under 14 debbano avere l'autorizzazione da parte dei genitori per navigare sul web e che, dunque, i loro smartphone siano soggetti alle restrizioni previste dalle app di controllo parentale "e che, - spiega Zucconi - qualora ottengano il permesso, comunque non possano accedere ai social network né ai siti vietati, ovvero quelli pornografici e riguardanti gioco d'azzardo, scommesse, armi, violenza, odio e discriminazione, sette religiose e anonymizer".
Il testo, inoltre, prevede che sia possibile avere un profilo social solo dopo aver compiuto i 16 anni e usando debito sistema di identificazione dell'età - pur nel rispetto della privacy personale - ma che restino interdetti comunque e fino alla maggiore età i siti vietati.
La legge, infine, contempla il divieto, già stabilito con circolari ministeriali, di usare gli smartphone o i tablet in tutte le scuole di ogni ordine e grado, a meno che non sia previsto per necessità didattiche autorizzate dagli istituti scolastici.