RomaMai salamella fu più dura da digerire. Certo, una sfortuna nera: combatti il Caimano per vent'anni, ti auguri che lo arrestino, e poi lo condannano proprio quando ti ci sei alleato. Peggio, a inizio agosto, cioè in pieno rito estivo delle Feste democratiche, centinaia, in tutta l'Italia. Il momento in cui il Pd incontra la famosa «base». Ed è qui il problema. La domanda agita i pomeriggi di solleone democratico: «E come glielo spieghiamo, ai nostri, che dobbiamo continuare a governare con un condannato per frode fiscale?». Con lo spauracchio che se cade il governo Letta «in Italia arriva la troika, come successo in Grecia mesi fa» (Fassina, viceministro Pd)? O con i richiami di Napolitano al senso di responsabilità per non mandare tutto all'aria? Il presidente non va alle Feste Pd, ma Bersani, Epifani, Fassina, il premier Letta, D'Alema e gli altri (renziani compresi) sì. Il segretario Pd è stato contestato alla Festa di Roma, dai gruppi di OccupyPd (lo slogan, rilanciato anche dall'eterno contestatore Civati, è «Mobbasta»), e non c'era neppure stata la sentenza della Cassazione.
Ora è tutto più complicato, anche perché non c'è una linea ufficiale del partito, ma diverse e contrastanti (ieri, nel mezzo di un tornado politico, all'ordine del giorno c'era ancora una riunione per decidere le regole del congresso Pd...). Si sta avverando lo scenario funesto previsto dal senatore Ugo Sposetti, tesoriere Ds, uno che il partito (Pci, poi Ds, poi Pd) lo conosce a memoria: «Il Pd non reggerà l'urto, per noi sarà una botta tremenda e il partito imploderà». I sintomi dell'implosione ci sono tutti. L'ala governista ripete il mantra, ma sempre più voci chiedono una rottura col Pdl, per non essere massacrati dall'elettorato di centrosinistra. Bettini, ex veltroniano, tra i big del partito a Roma, risponde all'allarme di Fassina e chiama direttamente le urne: «Dire che senza questo governo finiamo come la Grecia è disarmante. Al momento non ci sono alternative possibili al ritorno alle urne e le elezioni devono tenersi prima del luglio 2014». Anche l'ex presidente del Pd, Rosy Bindi, una delle poche che non aveva votato per le larghe intese alla direzione di partito, si chiede se sia il caso di «rinnovare la nostra fiducia al governo e all'alleanza che lo sostiene».
Sui mille palchi delle Feste Pd vanno in scena le contorsioni della pancia del partito. Un congresso a scena aperta, con tutte le fazioni, non ugualmente rappresentate però, perché la macchina delle Feste è in mano al gruppo dirigente anti-Renzi, e si vede. Persino alla Festa Pd di Firenze (il segretario cittadino, Mecacci, è un avversario del rottamatore) il sindaco è invitato, ci mancherebbe, ma non nelle posizioni delle guest star: ad aprire la Festa ci sarà l'ex sindaco ora europarlamentare Domenici (arcinemico di Renzi) e a chiudere Epifani. Il segretario Pd costituirà il botto finale anche alla Festa nazionale Pd, quest'anno a Genova, dove arriverà anche il premier Letta (atteso per il 30 agosto) e la ministra Kyenge. Sui social network l'aria, per il Pd governista, non sembra buona. I profili Facebook di Epifani, Fassina, Letta, grondano di commenti durissimi («Siete ancora al governo col Pdl? Vergogna!», «Fassina, ho creduto in te e nel tuo pseudo-partito in passato...
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.