Finanza in val d'Aosta: nel mirino i conti del Pd

Aperta un'indagine contro ignoti. Sale a 11 il numero di enti indagati: inchiesta bis in Basilicata

Finanza in val d'Aosta: nel mirino i conti del Pd

E undici. Si arricchisce della Valle d'Aosta il bollettino di guerra dei Consigli regionali presi di mira da Procure e Guardia di finanza. In realtà sono due le nuove inchieste aperte sull'utilizzo senza freni dei soldi pubblici destinati ai gruppi consiliari: insieme a quella valdostana, allo stato attuale un fascicolo conoscitivo contro ignoti ma i riflettori sono puntati sulle spese del Pd, c'è infatti anche una nuova indagine aperta in Basilicata, oltre a quella relativa alla presunta cresta sui rimborsi chilometrici partita nel 2009 e che ha già portato al rinvio a giudizio di quattro consiglieri. Insomma, tra poco si fa prima a elencare le Regioni non indagate invece di quelle nel mirino degli inquirenti: oltre le new entry, sono Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche (ieri il Consiglio è stato nuovamente visitato dalla Finanza), Lazio, Molise, Campania, Sicilia e Sardegna). E nel frattempo, in Emilia-Romagna, si è conclusa l'acquisizione dei documenti partita lo scorso 2 ottobre: oltre 500 i faldoni raccolti, che adesso saranno spulciati dal pool di finanzieri creato ad hoc per capitoli di spesa, gruppo consiliare per gruppo consiliare.

Un'ecatombe. Anche perché, scava che ti scava, non è difficile trovare irregolarità e abusi in un settore, quello dei soldi pubblici che finiscono ai gruppi consiliari, praticamente senza regole. Cominciamo dalla Valle d'Aosta. «Si tratta di un modello 45 (il registro delle notizie non contenenti reato, ndr)», ha spiegato il procuratore capo, Marilinda Mineccia. Ma ha anche aggiunto: «Abbiamo aperto un fascicolo sulla base delle notizie giornalistiche emerse nei giorni scorsi. Sono stati disposti degli approfondimenti sia sulla situazione relativa alle spese del gruppo del Partito democratico in Consiglio regionale, sia sui costi della politica in generale della Valle d'Aosta». Il riferimento è ad un caso esploso circa una settimana fa, quello cioè dei contributi volontari per la pensione di tre consiglieri pagati all'Inps con i soldi del gruppo consiliare. Il dato è emerso dal bilancio del gruppo, messo on line nel dettaglio in tutte le voci di spesa, in nome della trasparenza. I tre hanno spiegato che non c'è alcun trucco. Ma evidentemente i Pm vogliono vederci chiaro.

Dalla Valle d'Aosta alla Basilicata, una delle prime Regioni, insieme con la Sardegna, ad avere aperto inchieste su questo tipo di sprechi sin dal 2009. Ieri Fiamme gialle e carabinieri si sono presentati, a Potenza, nella sede del Consiglio regionale. Nel mirino i documenti relativi ai rimborsi incassati dai consiglieri per missioni, spese di rappresentanza e consulenze tra il 2010 e il 2012. Secondo quanto si è appreso, attualmente, non ci sono indagati, però si scava su presunti illeciti relativi a rendiconti e fatture. Infine, l'Emilia-Romagna, dove i finanzieri hanno finalmente completato l'opera di acquisizione di documenti cominciata lo scorso 2 ottobre. Oltre 500 i faldoni raccolti.

Una marea di cifre, ricevute,

fatture e giustificazioni da controllare. Vista la mole di materiale acquisito, si è deciso di procedere per temi: si sceglierà di volta in volta un capitolo di spesa e quindi si farà un esame comparativo, gruppo per gruppo.

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