Fiom in piazza contro Letta E la sinistra Pd si precipita

Partito in imbarazzo per la kermesse di Landini ma l'ala critica al governo ci sarà, da Civati a Cofferati. Presenti Sel e M5S

Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini
Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini

Puntuale come le rondini a primavera e la caduta delle foglie in autunno, arriva la manifestazione della Fiom, con relative crisi di nervi del Pd. Anche perché, stavolta, si tratta di un appuntamento con un chiaro segno politico: «Tutti a Roma contro il governo Alf-Letta», proclama l'appello che circola in rete e che pubblicizza i «pullman gratuiti» per i manifestanti. Insomma, al di là della piattaforma ufficiale (per il lavoro, contro i licenziamenti, per il «reddito di cittadinanza») la piazza è convocata in chiave anti-larghe intese, e dunque - essenzialmente - contro il Pd e il suo connubio «contronatura» col Pdl. Eppure, nel Pd ci si arrovella se andare o non andare, e lo stesso segretario Guglielmo Epifani ancora non ha ancora preso una posizione ufficiale: il sindacato di Maurizio Landini lo ha invitato, ma lui «non ci ha fatto sapere nulla». Anche se, dal Nazareno, facevano trapelare che di qui alle amministrative il neo-segretario «farà solo campagna elettorale», e oggi sarà prima a Roma con Ignazio Marino (una cui eventuale sconfitta sarebbe un duro colpo anche per la sua leadership) e poi partirà alla volta di Avellino. Niente Fiom, dunque, ma senza dirlo: l'ex segretario della Cgil ha un comprensibile imbarazzo a schierarsi contro il sindacato di Landini (in corsa per sostituire Susanna Camusso al vertice di Corso Italia, ma con poche speranze), e a far sapere che ne diserta la piazza.
In compenso, tutta l'ala «sinistra» del partito, quella che si è già posizionata contro il governo delle larghe intese, annuncia a destra e a manca che ci sarà: da Sergio Cofferati all'immancabile Pippo Civati, e poi Fabrizio Barca, Paolo Nerozzi, Vincenzo Vita, Corradino Mineo, Matteo Orfini. E anche Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria Pd, ha fatto sapere che sarebbe andato, se non avesse avuto un impegno precedente: «La piattaforma dice cose di grande buon senso anche se sul reddito di cittadinanza, ci sono problemi di copertura». E se Epifani partecipasse, Cuperlo sarebbe «contento». Mentre Stefano Fassina diserterà: «Faccio il viceministro dell'Economia e non credo sia utile che il governo giochi due ruoli nella stessa partita». Anche perchè sa bene che, se qualche membro dell'esecutivo partecipasse, non solo rischia i fischi, ma anche l'«effetto Brescia», e il Pdl non perderebbe un attimo a rinfacciare al Pd il doppiopesismo.
La compagnia di giro che oggi affiancherà Landini in piazza la dice lunga sulla vera «piattaforma» politica del corteo: la star è Stefano Rodotà, e dietro di lui il classico corteggio da Palasharp et similia. Gino Strada, Sandra Bonsanti, Gustavo Zagrebelski, Paolo Flores D'Arcais, Fiorella Mannoia, Andrea Camilleri, Don Ciotti e compagia cantante. Quanto alle forze politiche, ci sarà Nichi Vendola con tutta Sel (che però, dopo l'alleanza con il Pd, è in pessimi rapporti con la Fiom), ci saranno le varie sigle della sinistra extraparlamentare, ci sarà (approfittando delle ferie dalla procura di Aosta) Antonio Ingroia. E ci sarà, soprattutto, una folta delegazione del Movimento cinque stelle.

Landini, che con la dipartita di Di Pietro dal Parlamento è rimasto senza sponda politica nel Palazzo, ha deciso di tentare l'approccio con l'M5S, forte di 150 parlamentari. E il comico genovese - che non ci sarà di persona - gli ha subito aperto le porte, saldando un asse anti-governativo con la Fiom.

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