Roma - Asse di ferro femminile tra Boldrini e la Tarantola, presidente della Rai. L'annullamento, dopo 30 anni, di Miss Italia dai palinsesti della tv pubblica nasce dalla presidente montiana («nella mia Rai mai più miss e isole dei famosi» disse) più che dal dg Gubitosi. Sulla guerra alla «mercificazione» della donna in tv l'intesa con la Boldrini è perfetta. Già da prima di Viale Mazzini. Uno degli ultimi interventi pubblici della Tarantola (a marzo 2012) come vicedirettore generale della Banca d'Italia, suo precedente incarico, era su «Le donne e l'economia italiana». In una intervista alla Bbc la Tarantola ha raccontato il suo disappunto per la troppa chirurgia estetica nei programmi Rai (specie quelli del mattino), «danno un messaggio sbagliato, per cui solo se hai una certa apparenza puoi essere qualcuno». Nel mirino della presidente anche alcuni show del serale e preserale, con veline varie che la mortificano come donna «madre di due figlie e di due nipotine».
La scure rosa dell'asse Tarantola-Boldrini, per ora, ha colpito Miss Italia, dopo una breve discussione in Cda Rai, coi consiglieri del Pdl unici contrari alla cancellazione dello storico (e anche vecchio, come format) concorso delle miss, tiepide le due consigliere donna, Todini e Tobagi. Una rinuncia spiegata, dai vertici Rai, anche con ragioni economiche, visto che le precedenti edizioni di Miss Italia non hanno brillato per share (comunque alti), specie le puntate precedenti la finale. Ma che ha il suo quid nella battaglia anti-veline della presidente Rai, benedetta non solo dall'Osservatore romano ma anche dalla presidente vendoliana di Montecitorio. C'è molto «snobismo e ipocrisia» nel bando di Miss Italia dalla Rai, invece, secondo uno showman che nel 2011 ha regalato a Viale Mazzini e RaiUno un record di share e incassi pubblicitari, Fiorello: «è un po' esagerato prendersela con Miss Italia: non ha mai fatto male a nessuno, anzi ha portato fortuna a tante ragazze, belle e parlanti, che grazie al concorso hanno trovato lavoro». La crisi di ascolti l'hanno avuta altri format decennali della Rai, come Sanremo: «per il Festival si sono però trovate formule nuove, lo si dovrebbe fare anche per Miss Italia». E' la stessa lamentela fatta dall'organizzatrice del concorso, la titolare della Miren Patrizia Mirigliani, che da anni chiede alla Rai una rivisitazione del format televisivo, di cui è responsabile la Rai, non la sua società Miren. D'altra parte la titolare del marchio «Miss Italia», per bilanciare il colpo, è disposta a cedere gratis alla Rai il suo concorso. Come consulente artistico ha Lucio Presta, dominus di Sanremo e manager potente in Rai, dunque le porte della tv pubblica potrebbero riaprirsi per le miss.
Ma in che modo? Da escludere che il programma possa rientrare nei palinsesti. Ne è certo anche il consigliere Antonio Verro, massimo difensore del programma in Cda: «Rimetterlo così com'è è difficile, si può pensare ad una formula più sul genere talent. Nella delibera con cui abbiamo cancellato Miss Italia c'è anche scritto che la Rai deve pensare ad un programma che valorizzi la bellezza femminile. Quindi una nuova forma di Miss italia la Rai deve immaginarla». La delibera del Cda Rai (compresa la Tarantola) del 20 giugno scorso specifica espressamente, tra gli indirizzi che l'azienda deve seguire, quello di escogitare «format adeguati a promuovere la bellezza e il talento femminile nel solco della storia del costume italiano».
Secondo l'Ansa il dg Gubitosi (che si è felicitato per le parole della Boldrini) avrebbe dato mandato al suo vice Marano di studiare un nuovo format sul tema bellezza femminile. Mantenendo magari il marchio (e la società organizzatrice) di Miss Italia, ma con miss più vicine alle donne di tutti i giorni che a Belèn. Dalla Rai col loden a quella con la gonna lunga.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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