Fiorito ha assecondato i propri capricci e i propri sfizi con i soldi del partito

Dure motivazioni con cui il Riesame respinge l’istanza di scarcerazione di Fiorito: "Una persona così può stare solo in carcere"

Solo in carcere può stare un tipo come Franco Fiorito. Nessun’altra misura cautelare meno afflittiva sarebbe adeguata per l’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio arrestato lo scorso 2 ottobre con l’accusa di peculato. I giudici del Tribunale del Riesame sono severissimi nello spiegare perché il Batman di Anagni deve rimanere a Regina Coeli. «Un personaggio dalla debordante propensione criminale come lui irriderebbe eventuali prescrizioni diverse», scrivono nel provvedimento con il quale respingono l’istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato Carlo Taormina. In caso di arresti domiciliari o obbligo di firma, secondo i giudici, Fiorito non avrebbe difficoltà a intrattenere contatti «sia con i correi che con soggetti parimenti compiacenti» e a «interferire, come già fatto, nel processo di genuina formazione della prova o mantenere la struttura di potere da lui stesso costituita».

Il Tribunale non crede affatto che i soldi transitati dalla casse del Pdl ai conti personali di Fiorito siano quelli della tripla indennità dovuta all’indagato per i suoi incarichi alla Pisana, come sostenuto durante l’interrogatorio di garanzia. Per i giudici l’ex capogruppo avrebbe usato i soldi del partito per «assecondare i propri sfizi e i propri capricci». «Approfittando della propria funzione - scrivono nella motivazione - si è comportato uti dominus nei confronti di denaro di cui aveva possesso in ragione del suo ufficio, impiegandolo, dopo averlo sottratto con diversi strumenti operativi, per la soddisfazione di spese personali, spesso di natura voluttuaria». Come i 46mila euro pagati per il Suv e i 400 euro sborsati per un pezzo di ricambio di una lampada che arredava la sua abitazione. Per non parlare delle vacanze di lusso a Londra e Positano, con fidanzata al seguito, saldate con i soldi provenienti dal gruppo.

I giudici del Riesame, insomma, si sono fatti un’idea ben precisa del personaggio. E non sono stati affatto teneri con lui. Gli inquirenti, invece, hanno ancora alcune domande da fargli e per questo nei prossimi giorni torneranno in carcere per interrogarlo di nuovo.

Giovedì sentiranno per la seconda volta anche Vincenzo Maruccio, l’ex capogruppo dell’Idv indagato sempre per peculato per l’uso che avrebbe fatto dei fondi del partito. Le spiegazioni, questa volta, riguarderanno le spese del gruppo relative al 2010.

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