Roma «Ma io il capogruppo in Regione manco lo volevo fare!». È un fiume in piena il Franco Fiorito che ieri sera ha accettato il confronto con Nicola Porro e Luca Telese nella trasmissione In onda de La7. Accompagnato dal suo avvocato Carlo Taormina, «er Batman», come viene chiamato dagli amici il consigliere regionale di Anagni, risponde punto su punto alle domande dei due giornalisti: «La Polverini non deve dimettersi». E ci tiene più volte a sottolineare che quello del capogruppo era un ruolo che gli stava stretto.
«Volevo fare l'assessore all'Agricoltura, altro che il capo di un gruppo di bambini! Ma il pasticcio della presentazione della lista nella circoscrizione di Roma ha sconvolto tutte le previsioni. E in giunta ci sono dovuti andare altri. Io però il capogruppo non lo volevo fare e ho accettato solo perché mi hanno pregato i vertici del partito». Fiorito, però, non si limita a giustificare tutto quanto gli è stato addebitato in questi giorni (compreso il salato conto di due settimane in un albergo in Sardegna nell'estate del 2010) avanza anche delle accuse precise. Magari, furbescamente, solo tra le righe, ma intanto la frecciata arriva diretta e i due conduttori strabuzzano gli occhi. «I soldi della celebre festa in costume? Mica è detto che fossero proprio usciti dalle tasche di Carlo De Romanis. Andate a vedere come ha speso i suoi soldi l'associazione Giovani del Partito popolare europeo. Associazione cui peraltro il nostro gruppo ha versato contributi». «D'altronde - aggiunge Fiorito - già una volta avevamo stoppato De Romanis, quando fece arrivare alla mia segreteria un preventivo per 48mila euro per una festa in costume da fare a Cinecittà». Fiorito poi ricostruisce ancora una volta, il fattaccio del tradimento. Quando un gruppo di nove consiglieri del Pdl guidato da Francesco Battistoni lo ha sfiduciato. «Avevo mandato una lettera a tutti in data 18 luglio per avvertire che le spese erano un po' troppo disinvolte - spiega davanti alle telecamere de La7 - e pochi giorni dopo è arrivato il mio siluramento e guarda caso la prima cosa che Battistoni fa come nuovo capogruppo è andarsi a prendere l'estratto conto bancario per accusarmi di finanza allegra».
Telese la prende sul personale e inizia a pungere il consigliere regionale del Pdl su questioni specifiche. La casa del Circeo? «Solo 70 mq e il condono dell'abuso risale all'85 - spiega quasi sorridendo Fiorito - ero troppo piccolo all'epoca per contare qualcosa». Telese insiste anche sulla casa di via Margutta. «Ma se erano andati a vuoto tre bandi per quell'appartamento! - sbotta Fiorito - e solo alla quarta asta è stato assegnato. Ed è tutto alla luce del sole. E chiunque poteva prendere quell'appartamento». Chiunque forse no, ghigna il direttore di Pubblico. «Intanto l'inquilino precedente pagava 250 euro al mese. Io ora faccio entrare nelle casse dell'Ipab più di 4mila euro». La stoccata più velenosa arriva però da Taormina. «I 20 milioni di euro assegnati ai gruppi - racconta l'avvocato di Fiorito - sono il vero scandalo. L'accusa di peculato dovrebbe essere rivolta a chi faceva parte dell'ufficio di presidenza (composto da tutti i partiti, ndr)». E pensare che, tra i cento missini che «assediarono» Montecitorio al grido di «Arrendetevi tutti! Ladri, assassini!» il primo aprile del '93 in piena crisi di Tangentopoli, c'era anche lui, Batman. «Ha tradito quegli ideali?» gli chiede Telese. «In questo senso Gianfranco Fini ha deluso i militanti più di quanto possa aver fatto io». È la replica «Se oggi mi sento un ladro? - chiosa sicuro - No.
Forse ho gestito con troppa leggerezza e in modo improprio i soldi del gruppo. Tutto qui». Intanto oggi l'ex sindaco di Anagni verrà sentito dai pm di Viterbo in merito a un'inchiesta per fatture gonfiate e poi saldate dal gruppo Pdl.
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