Follia Pd: legalizzare le canne per ripianare il buco del Lazio

La sanità ha mandato i conti in rosso? Si vuole risolvere legalizzando (e tassando) il consumo di droghe leggere

Follia Pd: legalizzare le canne per ripianare il buco del Lazio

Roma - Spinello adesso fa rima con balzello. La sanità ha mandato i conti della Regione Lazio in rosso per 900 milioni di euro? Nel Pd qualcuno pensa di tappare il buco legalizzando la marijuana per poi tassarne il consumo. La Regione dovrebbe trasformarsi in spacciatore per pagare i debiti. Non solo. Il progetto poi potrebbe allargarsi a tutto il Paese con la gestione delle canne da parte del monopolio di Stato.

Questa «idea meravigliosa» è scaturita dalla mente del consigliere regionale del Lazio, Riccardo Agostini (nella foto), Pd eletto nella lista di Nicola Zingaretti, che ha presentato una mozione ancora non calendarizzata ma che dovrebbe essere discussa presto in consiglio. La proposta va oltre quelle presentate dagli antiproibizionisti anche nelle ultime settimane che puntano sì a legalizzare le cosiddette droghe leggere ma non a renderle una fonte di guadagno per le casse pubbliche. In questo caso la legalizzazione e dunque la depenalizzazione del consumo di cannabis, almeno nella sua prima fase, avrebbe come scopo prioritario quello di ripianare i debiti e dare respiro alle casse regionali. Agostini parla di un progetto sperimentale dove la Regione Lazio potrebbe fungere come apripista per la «legalizzazione della cannabis non soltanto a scopo medico ma anche ricreativo prevedendone il monopolio di Stato come per il tabacco».

Una simile scelta, sostiene Agostino, avrebbe subito l'effetto di fermare il giro di malaffare che ruota intorno allo spaccio. Quei guadagni illeciti si potrebbero così trasformare in entrate fiscali lecite attraverso la gestione di tutto il processo di produzione e commercializzazione da parte della Regione. L'Espressonline pubblica alcuni estratti del documento firmato da Agostini. «Lo Stato dovrà assumere il controllo e la regolazione di importazione, esportazione, semina, coltivazione, raccolto, produzione, acquisto, deposito, commercializzazione e distribuzione della cannabis e di tutto i suoi prodotti derivati attraverso la creazione di un'apposita struttura di controllo all'interno del ministero della Sanità», recita la mozione.

Gli introiti della produzione e dalla vendita di cannabis, specifica Agostini, dovrebbero servire «al risanamento del deficit del sistema sanitario regionale». Magari però all'idea di dover pagare un'altra tassa a molti passerà anche la voglia di fumare gli spinelli.

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