Botta e risposta al vetriolo tra Carlo Calenda e Corrado Formigli. Le dichiarazioni rilasciate dal senatore di Azione in un’intervista per il podcast di Ivan Grieco non sono passate inosservate: al centro della polemica, il racconto del politico su una telefonata che il suo staff avrebbe ricevuto dagli autori di “Piazzapulita” prima di una puntata dedicata alla legge di bilancio. Secondo quanto riferito dal senatore, durante il contatto gli sarebbe stato chiesto: "Ma ci garantisce che attacca la Meloni sulla legge di bilancio?". Calenda avrebbe rifiutato questa impostazione e, nella trasmissione, avrebbe poi partecipato a un confronto con l’economista Jeffrey Sachs. Formigli ha bollato le dichiarazioni del politico come "false e diffamatorie", ma la replica non s'è fatta attendere: l'ex ministro ha parlato senza mezzi termini di "misto di faziosità e pessima informazione".
Andiamo per gradi. Alle affermazioni del leader di Azione ha fatto seguito la replica del conduttore di La7. Formigli ha contestato la ricostruzione fornita dal senatore, intervenendo pubblicamente per chiarire la posizione della redazione. "Mentire per un politico ed ex ministro è una cosa seria, altrove ci si dimette. E con questo credo che sul senatore Calenda sia tutto. La prossima volta, se accetterà di rinunciare all'immunità, ci vediamo in tribunale” la sua versione. Nella sua risposta, il giornalista ha anche spiegato le ragioni che lo hanno spinto a intervenire: "Nel disperato tentativo di attirare l'attenzione, il senatore Calenda continua a tirarmi in ballo. Ho deciso di non dargli corda per non alimentare i suoi giochini. Però di fronte a una falsità sesquipedale occorre per forza che intervenga, una tantum".
Formigli ha quindi fornito una ricostruzione dettagliata dei contatti intercorsi prima della puntata: "Sostiene il senatore che 'i miei autori' prima di una puntata gli abbiano detto 'ci deve garantire che attaccherà Meloni' e che la partecipazione alla parte di puntata sulla Manovra economica sia saltata perché lui non avrebbe dato disponibilità ad attaccare la Presidente del consiglio. Questa affermazione – rincara la dose Formigli - è falsa e diffamatoria". Il conduttore ha chiarito che il lavoro preparatorio degli autori serve a comprendere le posizioni degli ospiti: "Gli autori di un programma, quando sentono un ospite prima della puntata, chiedono a lui o, come nel caso di Calenda, al suo portavoce, che posizione abbia sui temi da dibattere al fine di comporre un parterre equilibrato e dialettico".
Nel caso specifico la presenza di Italo Bocchino, favorevole alla manovra economica, aveva reso necessario verificare l’orientamento di Calenda: "Nel caso di specie essendo stato invitato Italo Bocchino, sostenitore della Manovra, gli autori si sono sincerati su quale fosse l'opinione in merito di Calenda per evitare posizioni troppo sovrapponibili". Formigli ha poi ricostruito la sequenza degli eventi che avrebbe portato allo spostamento del senatore in un diverso segmento della trasmissione. "Si tratta del normale lavoro di qualunque autore televisivo, mestiere le cui regole Calenda evidentemente ignora o finge di ignorare. Non è però consentito al senatore mentire spudoratamente per farsi pubblicità: la sua presenza al talk sulla Manovra, dopo vari scambi di messaggi tra i miei autori e il suo portavoce, è stata confermata alle 10.33 di giovedì mattina".
Secondo il conduttore, il cambiamento sarebbe stato determinato da un imprevisto organizzativo: "Successivamente è però avvenuto un imprevisto: Monica Maggioni, invitata per un confronto col professor Jeffrey Sachs, è stata costretta a cancellare la sua presenza per ragioni strettamente personali". A quel punto, la redazione avrebbe proposto a Calenda di confrontarsi direttamente con Sachs sui temi internazionali: "A quel punto, essendo rimasto Sachs senza interlocutore, abbiamo chiesto se fosse disponibile a spostarsi dal blocco sulla Manovra a quello con Sachs per dibattere con lui di Ucraina e situazione internazionale. Il senatore ha accettato di buon grado, nonostante abbia gridato successivamente urbi et orbi che invitare Sachs in tv sia indegno. Non abbastanza, a quanto pare, da rifiutare di confrontarsi con lui". La replica s'è conclusa con una precisazione finale sul punto più contestato: "Ultima nota: il senatore Calenda sa benissimo di essere stato spostato con Sachs per via del forfait di Maggioni, eppure sostiene pubblicamente che la ragione siano le sue posizioni non abbastanza anti-meloniane sulla Manovra".
Ma non è finita qui. Come evidenziato in precedenza, Calenda non ha lasciato correre. Tramite il suo profilo X, il politico ha spiegato: "Nel disperato tentativo di buttare la palla in calcio d'angolo parli d'altro Corrado. Confermo parola per parola quanto ho detto. Rinuncio volentieri all'immunità parlamentare e ci vediamo in Tribunale".
E ancora: "Questo modo di fare spettacolo per cui i politici si invitano a condizione che recitino una parte è un vizio insopportabile dell'informazione italiana, come quello di invitare propagandisti di Putin pretendendo anche che vengano lasciati mentire indisturbati. Vedi il caso Sachs. Mi spiace ma è un misto di faziosità e pessima informazione che fa male alle democrazia italiana".