«Il cristiano non può convivere con lo spirito del mondo, la mondanità che ci porta alla vanità, alla prepotenza, all'orgoglio». Nella «Sala della Spoliazione» dove 800 anni fa Francesco abbandonò gli abiti ricchi di gioventù per iniziare una nuova vita, Bergoglio, primo Papa a visitarla, ha levato il richiamo più alto della sua visita nella cittadella francescana. «Il cristiano deve spogliarsi oggi di un pericolo gravissimo che minaccia ogni persona nella Chiesa, il pericolo della mondanità. Questo è un idolo, non è Dio. L'idolatria è il peccato più forte», ha esclamato. E ancora, sottolineandone il potere «omicida», ha detto che «la mondanità spirituale uccide l'anima, uccide le persone, uccide la Chiesa».
C'era molta attesa per questa visita nella città del poverello d'Assisi. Dopo quella a Lampedusa, frontiera dell'immigrazione, e in Sardegna, periferia della disoccupazione, questa sulle orme del santo da cui ha tratto il nome si presentava come la trasferta dai maggiori contenuti spirituali, oltre che pastorali. Bergoglio si è ricordato ancora di Lampedusa parlando di coloro che fuggono «cercando la libertà, e con quanto orrore tante volte vediamo che trovano la morte, come è successo ieri. Oggi è il giorno del pianto», ha detto con voce dolente.
Ma Assisi è anche la città del patrono d'Italia. E durante la celebrazione del mattino, Enrico Letta e Piero Grasso in prima fila, papa Francesco ha fatto «gli auguri a tutti gli italiani, alla persona del capo del governo qui presente». «Preghiamo per la Nazione italiana, perché ciascuno lavori sempre per il bene comune, guardando a ciò che unisce più che a ciò che divide», ha sottolineato con vago riferimento all'attualità. Assisi era anche il posto più indicato per definire l'idea di una «Chiesa povera per i poveri».
E non a caso Francesco ha preferito pranzare con i poveri alla mensa della Caritas anziché con le autorità. Nessuna avventurosa fuga in avanti, però, come nei giorni scorsi alcuni quotidiani avevano ipotizzato. Secondo la Repubblica e il Messaggero Bergoglio avrebbe approfittato di questa visita per avviare una sorta di azzeramento di cariche e titoli gerarchici di cardinali vescovi e monsignori in vista di una Chiesa sempre più orizzontale. Mettendo da parte il testo preparato e parlando a braccio, il Papa ha chiamato «fantasie» queste indiscrezioni. «Nei giorni scorsi sui giornali, sui media si facevano fantasie: il Papa andrà a spogliare la Chiesa, spoglierà gli abiti dei vescovi, dei cardinali, spoglierà se stesso...». Certo, «questa è una buona occasione per fare un invito alla Chiesa a spogliarsi. Ma la Chiesa siamo tutti... Tutti siamo Chiesa e tutti dobbiamo andare per la strada di Gesù. Lui stesso ci ha fatto tracciato la strada, è diventato servo, servitore, ha voluto essere umiliato in una croce... Se noi vogliamo essere cristiani non c'è un'altra strada. Non possiamo fare un cristianesimo un po' più umano, senza croce, senza Gesù, senza spogliazione. Diventeremo cristiani di pasticceria, come le torte dolci e bellissime, ma non cristiani davvero».
In serata, incontrando i giovani, ha risposto alle domande sulla vocazione, la famiglia e l'impegno sociale esortandoli a non avere paura a compiere «passi definitivi». Che cos'è il matrimonio? «È una vera e propria vocazione. Come lo sono il sacerdozio e la vita religiosa». Poi con una battuta ha suscitato l'ilarità generale. «Una volta è venuta da me una mamma dicendomi: Ho un figlio di 30 anni ma non si sposa, non si decide, ha una bella fidanzata ma non si sposano. Io le ho risposto: Signora, non gli stiri più le camicie!».
Secondo il Papa «la società in cui voi siete nati privilegia i diritti individuali piuttosto che la famiglia, le relazioni che durano finché non sorgono difficoltà, e per questo a volte parla di rapporto di coppia, di famiglia e di matrimonio in modo superficiale ed
equivoco. Basterebbe guardare certi programmi televisivi!», ha esclamato. «Prevale la cultura dell'egoismo e del provvisorio. Però quando è venuto per salvarci Gesù non l'ha fatto in modo provvisorio. Ma in modo definitivo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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