Dall'inizio del 2013 a oggi, oltre 850 aziende di proprietà francese hanno scelto di fissare la propria sede in Svizzera, per approfittare di una «fiscalità più leggera» e di «risparmi sugli oneri sociali». Lo rivela un'inchiesta del quotidiano svizzero tedesco «Tages Anzeiger», ampiamente ripresa dai media transalpini. Sarebbe in particolare quest'ultimo fattore, secondo esperti della Camera di commercio francese in Svizzera, interpellati dal giornale, a fare la vera differenza tra la Confederazione e la République per le società. Su salari superiori ai 10mila franchi, circa 8mila euro, il divario tra i contributi che si devono versare in Francia e in Svizzera è di oltre 30 punti percentuali, 65% contro 32%.
Tali cifre, sostiene dalle pagine del «Tages Anzeiger» la deputata francese all'estero, Claudine Schmid, eletta in Svizzera e Lussemburgo nelle liste del partito di opposizione di centrodestra Ump, confermano le preoccupazioni di molti, secondo cui gli aumenti degli oneri fiscali imposti dal nuovo governo alle aziende, soprattutto sui maxi-stipendi, ne spingono molte a delocalizzare i propri alti dirigenti in Paesi vicini, anche quando le attività produttive restano in Francia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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