Gabanelli inchioda Tonino: mostri le carte sui conti Idv

La conduttrice di Report insiste con le accuse a Di Pietro: "Ci diffama, pronti a far rivedere la puntata sulle sue case"

Gabanelli inchioda Tonino: mostri le carte sui conti Idv

Roma «Non è vero, com'è stato detto, che ho 56 case» va ripetendo Di Pietro da giorni, da quando Report ha ricapitolato le sue vicende immobiliari e finanziarie già note. Non è vero, replica la Gabanelli, che si sia parlato di «56 case» di Di Pietro, ma semmai di più generiche «proprietà» che comprendono anche terreni, cantine e garage, non solo case. Di Pietro ripete dunque «un dato falso», scrive la conduttrice di Report, pronta a rimandare in onda la puntata. Ma c'è di più. Quante sono, alla fine, queste case di Di Pietro? «Il presidente dell'Idv continua anche a ripetere che ha soltanto tre case quando in realtà ne possiede una a Bruxelles e nove in Italia (incluse le tre che ha acquistato ai figli più piccoli, studenti). Se la difesa dell'onorevole Di Pietro si deve fondare sulla delegittimazione del giornalismo di inchiesta e su un dato falso, vuol dire che ha pochi argomenti. Continuando a veicolare falsità diffamatorie sul nostro conto sarà opportuno riproporre la puntata in modo che gli spettatori possano valutare da soli l'infondatezza delle sue affermazioni e che le questioni da noi sollevate andavano ben oltre l'elenco delle proprietà».

La Gabanelli ricorda a Di Pietro alcune richieste mai soddisfatte, per confermare la validità della sua difesa. Ad esempio, le ricevute degli oltre due milioni ricevuti a titolo di risarcimento per essere stato diffamato, cifra che cancellerebbe una volta per tutte i sospetti (diffamatori) sulle risorse usate dal leader Idv per comprare i molti immobili. C'è dell'altro. «Non capiamo perché Di Pietro non mostri l'unica “carta che canta”: i conti correnti dell'associazione a tre che fino al 2009 ha gestito la cassa del partito (di cui erano soci lui, la moglie e la tesoriera Silvana Mura)», scrive la Gabanelli. Anche sui conti del gruppo Idv al Senato c'è poca chiarezza. Il senatore Idv Elio Lannutti, nella successiva puntata di Report ha dichiarato di aver chiesto più volte di poterli vedere ma di non esserci mai riuscito. L'Idv di Di Pietro ha risposto di aver messo in rete i rendiconti, disponibili per tutti, dal 25 ottobre, rimproverando di scarsa attenzione «gli attenti cronisti di Report, nonostante siano stati direttamente informati». Anche lì la replica della Gabanelli: «Il capogruppo Idv dovrebbe ricordare che il primo ottobre la redazione di Report ha chiesto la movimentazione bancaria, e non un rendiconto, poiché non è un rendiconto la prova fedele delle spese effettuate dal gruppo». Nel rendiconto i partiti ci scrivono quel che vogliono, controllano loro stessi.

Lo scontro con la Gabanelli non ci voleva per Di Pietro, che si è trovato spiazzato dal fuoco amico, non potendola accusare di faziosità berlusconiana. È uno dei problemi con cui deve fare i conti mentre l'Idv implode e perde pezzi ogni giorno, in Parlamento e nei consigli regionali. Alcuni stanno passando col movimento fondato dall'ex capogruppo Donadi, che conta già quattro fuoriusciti dall'Idv nelle ultime ore, Formisano, Pedica, Paladini e Porcino. Altri si rifugiano nel gruppo Misto, come fa un consigliere in Regione Lazio, o formano nuovi gruppi, come accade in Regione Liguria, dove hanno mollato Di Pietro Marylin Fusco, ex capogruppo dell'Idv nel consiglio regionale, e il vice presidente della giunta regionale Niccolò Scialfa.

Lapidario Tonino: «C'è chi lavora per cittadini e chi pensa a sé». Intanto, il gruppo Idv alla Camera ora ha 17 membri, tre in meno del numero legale. Se qualcuno ponesse il problema in Ufficio di presidenza, il gruppo rischia di decadere. Periodaccio per Di Pietro.

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