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La gazzarra M5S archivia già l'inciucio

Il sì al ddl Riforme scatena la protesta dei grillini alla Camera. E i numeri per l'alleanza con Pd e Sel tornano in alto mare

La gazzarra M5S archivia già l'inciucio

Roma - Quel numero è sempre lì: venti. Venti grillini che sarebbero pronti ad appoggiare un nuovo governo con Pd e Sel nel caso di esplosione dell'alleanza trasversale Pd-Pdl. Ma dietro a questa cifra si nasconde con sempre più evidenza una grande spaccatura nel Movimento Cinque Stelle. Proprio mentre in giunta al Senato si respira aria di nuova maggioranza, alla Camera il gruppo di Grillo ha portato un violento attacco ai partiti, tanto che in aula ieri sono dovuti intervenire i commessi e la presidente Laura Boldrini ha sospeso la seduta. Al di là della goliardata delle bandiere tricolori con le scritte esposte al termine del voto sul comitato per le riforme costituzionali, hanno sorpreso ancora una volta i toni di uno dei grillini più fedeli al capo, Alessandro Di Battista, che in aula ha gridato che il Pd «è peggio del Pdl», e che comunque sono tutti «ladri», con la presidente Laura Boldrini che ha sfiorato la gaffe.
Il caos è durato per più di quattro minuti, un'escalation. La Camera ha approvato il progetto di legge per l'istituzione del comitato dei 42 saggi per l'avvio delle riforme costituzionali con 397 favorevoli, 132 contrari e 5 astenuti. A quel punto Di Battista è intervenuto con rabbia: «Il Pd è peggio del Pdl». A quetso punto è intervenuta la Boldrini, dicendo: «Non offenda!», come se il paragone con il Pdl fosse offensivo, faceva notare qualcuno. Ecco il passaggio più audace di Di Battista (ripreso subito dal blog di Beppe Grillo): «Ci siamo sbagliati. Il Pd (menoelle, ndr) è peggio del Pdl, perché se il malaffare ha rovinato questo Paese, è l'ipocrisia che ha ucciso la speranza. Puniteci, sanzionateci se ce lo meritiamo, ma prima sbattete fuori dalle istituzioni i ladri». Un messaggio chiaro all'ala dissidente che vuole allearsi con i democratici.
Proteste dai banchi della maggioranza. Boldrini: «Basta, lei non può usare toni offensivi, il rispetto delle regole passa anche da questo, non continuiamo a provocare per favore». Simone Baldelli (Pdl) all'attacco della presidente: «Qui non è un asilo infantile. Quest'Aula va presieduta con fermezza e serietà». Poi i grillini estraggono dal banco dei manifesti tricolori con la scritta: «No deroga articolo 138». Intervengono i commessi, che invitano ad abbassare i cartelli. Ma i parlamentari a Cinque Stelle continuano con la loro protesta, scrivendo il numero 138 sui palmi delle mani e mostrandoli alla presidente. La Boldrini sospende la seduta e convoca immediatamente la conferenza dei capigruppo. I comportamenti di ieri, si fa sapere poi in serata dall'ufficio di presidenza, potrebbero essere oggetto di sanzioni, come la recente occupazione grillina del tetto di Montecitorio. Domani arriveranno le valutazioni dell'ufficio di presidenza.
Alla Camera i rapporti tra Movimento cinque stelle e gli altri partiti sono sempre più tesi. Pd compreso: «I deputati del M5S vogliono solo il caos e puntano alla denigrazione dell'avversario politico - valuta il segretario d'aula dei democratici, Ettore Rosato - questo è l'unico terreno su cui sono in grado di muoversi». Tutti i partiti tranne i Cinque Stelle hanno manifestato solidarietà a Laura Boldrini per le offese seguite alla sua presa di posizione contro l'occupazione del tetto della Camera: «Non capisco lo scandalo» avrebbe detto il capogruppo M5S Riccardo Nuti.


L'iniziativa di ieri in aula dovrebbe mettere in guardia il Partito democratico, valuta il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello: «Dopo lo spettacolo dato in aula dal M5S, il Pd rifletta sulle prospettive».

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