Roma - La raffica di iniziative giudiziarie è di quelle che lasciano il segno. Prima le polemiche per le registrazioni delle conversazioni di Nunzia De Girolamo che hanno spinto alle dimissioni l'allora ministro dell'Agricoltura, pur non essendo indagata. Poi il caso Gentile e la mancata nomina del potente senatore calabrese a sottosegretario alle Infrastrutture. A seguire, la condanna del governatore Giuseppe Scopelliti che - a causa di una norma non precisamente garantista della legge Severino - determinerà la decadenza dall'incarico nonostante si tratti soltanto del primo grado di giudizio. Infine il sequestro preventivo di conti correnti e immobili di Roberto Formigoni avvenuto ieri nell'ambito del procedimento sul caso Maugeri. La preoccupazione è palpabile dentro Nuovo centrodestra per la sequenza di infortuni in cui il partito è incappato nelle ultime settimane. Un crescendo a ridosso delle elezioni che rischia di intaccare l'immagine del partito fondato da Angelino Alfano, ma anche di fiaccare la corsa di alcuni dei principali portatori di voti, finiti nel mirino. Per un partito che conta molto sulla forza elettorale di alcuni singoli, i guai in cui sono incappati quattro importanti portatori di voti non sono un fattore da trascurare. E questo nonostante l'assoluzione arrivata mercoledì per Giuseppe Scopelliti nell'ambito di un altro processo, quello denominato Longhi Bovetto per omissione di atti d'ufficio.
Sul tavolo del partito che si prepara a celebrare la sua assemblea costituente ci sono poi altri due nodi. Il primo riguarda il rapporto con i Popolari per l'Italia. Dentro la formazione guidata da Mario Mauro non c'è ancora piena chiarezza sull'accordo con Ncd-Udc. E la costruzione di una vera casa unitaria appare distante. Sicuramente chi non è entusiasta del cammino di avvicinamento è l'ex presidente nazionale delle Acli e viceministro, Andrea Olivero. «Ciò che è nato somiglia più a una sommatoria di partiti» dice a Formiche.net. «Alcuni popolari stanno riflettendo sul candidarsi lo stesso nella lista unica Ncd-Udc. Io personalmente non ne vedo le condizioni». Più possibilista, invece, Mario Mauro. «Voglio dare enorme credito alla serietà dell'appello del ministro Alfano, mi piace pensare che in quell'appello ci sia la volontà di restituire ai popolari italiani una casa comune». Una impostazione che dovrebbe tradursi, salvo sorprese, in una candidatura dell'ex vicepresidente del Parlamento Europeo nelle liste di Ncd-Udc per le elezioni del 25 maggio, nella circoscrizione Nord-Ovest insieme a Maurizio Lupi. Una accoppiata che punta a fare il pieno di consensi dentro il mondo di Comunione e Liberazione.
L'altro grande elemento di dibattito riguarda il posizionamento futuro di Ncd. Se alcune componenti interne spingono per un radicamento al centro, soprattutto il mondo degli ex An non vuole favorire un eccessivo sbandamento verso lidi post-democristiani, tanto più nella difficoltà di dover spiegare all'elettorato un accordo ormai consolidato con il segretario del Partito Democratico. Non a caso Andrea Augello, senatore di Ncd, prova a riproporre l'idea di una grande federazione che metta insieme tutti i partiti di centrodestra. «Ncd deve portarsi avanti. Bisogna costruire una federazione con Forza Italia con cui condividere un'unica leadership.
Il nostro compito non è soltanto ottenere una buona percentuale alle prossime elezioni ma creare un'alternativa al centrosinistra». Una questione che già nelle prossime ore verrà posta all'attenzione del dibattito congressuale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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