Il cristianesimo è gioia. E dopo la Croce arriva la Risurrezione. Insomma, noi esseri umani siamo come i bambini: dobbiamo solo decidere di dare la mano a chi sa dove portarci. Don Gino Rigoldi, cappellano del Beccaria, il carcere minorile di Milano e ri-educatore di centinaia di ragazzi, usa un'immagine provocatoria per accostarsi alla riflessione del Papa: «Le nostre case sono piene di Crocifissi. Va bene, ci mancherebbe, ma ci vorrebbero anche tante immagini della Risurrezione. Il cristianesimo non finisce il Venerdì Santo, perché dopo il Golgota c'è la domenica di Pasqua. E dovremmo mettercelo in testa: Cristo è un padre che ci aspetta o, se preferite, l'amico più caro, quello che non ti lascia mai solo, non ti abbandona, non ti consegna al buio».
Il buio. La notte. Spesso viviamo assediati da difficoltà e problemi, fra angosce e limiti e invece oltre il nostro povero orizzonte c'è altro: «Posso dire che in certi momenti difficili ho fatto esperienza di qualcosa di più grande. Credo di poter dire che era Gesù Cristo». Non era qualcosa di mistico, di sconvolgente: «No, nella vita di tutti i giorni se sei come un bambino, se ti fidi e ti affidi, lui ti risponde, ti rassicura. Dovremmo ricordarci che il cristianesimo è gioia, è vita, è pienezza. Sarà un paradosso ma il cristiano adulto, avanti nella fede, si fa piccolo, e torna bambino.
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