In giro per bar a 15 anni: e tutti gli servono alcolici

MilanoIl ciuffo in avanti gli cade sulla fronte e quasi arriva a coprirgli gli occhi. Un vezzo per somigliare ai suoi idoli, i membri della rock band degli Oasis. Ma il taglio «alla fratelli Gallagher» non ingannerebbe nessuna persona dotata di senno. Riccardo (il nome è di fantasia) dimostra addirittura meno dei suoi 15 anni. Eppure quattro adulti su cinque non hanno esitato a vendergli bottiglie e boccali di birra. In barba alla legge e pure all’ordinanza appena emanata a Milano dalla giunta Moratti, che punisce con 500 euro di multa il consumo, la vendita, la somministrazione e la cessione gratuita di alcol ai minori di 16 anni.
Riccardo è un tranquillo ragazzino di provincia. Per il suo compleanno, qualche mese fa, mamma e papà gli hanno regalato, dopo tante insistenze, il motorino. Lui è responsabile, la sua pagella al liceo è piena zeppa di otto e nove. Quando esce con gli amici non beve alcol. «Nel mio paese a volte non lo vendono neppure ai miei amici più grandi», dice lui. Santa provincia. In città le cose vanno diversamente. E la serata di movida milanese di Riccardo ne è la prova.
Alle 21 e 30 accompagniamo Ricky al primo bar. Un modesto esercizio gestito da proprietari cinesi in zona Porta Genova, l’anticamera dei festaioli Navigli. Si avvicina al bancone, ordina una birra. Il barista lo squadra per bene e poi gli chiede l’età. «Ho 17 anni appena compiuti». «Non ci credo, non te la do». Un anziano osserva e commenta: «Eh, eh, ti hanno beccato giovanotto». Riccardo esce senza replicare. E soprattutto senza birra. L’ordinanza anti alcol della Moratti è appena al secondo giorno di prova. Che abbia già fatto miracoli? Difficile da credere. I miracoli non appartengono a questo mondo. Ci spostiamo di poche decine di metri. Ricky entra in un altro bar. Chiede una Becks. «Quanti anni hai?», domanda il barista, un giovane italiano. «17», risponde veloce il 15enne. «Ah, allora ok». Il barman si volta, apre il frigorifero, afferra la bottiglia e pochi istanti dopo la birra è nelle mani di Riccardo. Di vigili in zona neanche l’ombra. E allora siamo noi a sequestrargliela.
Camminiamo un po’ tra la folla, accanto al Naviglio Grande. Intorno una miriade di ragazzi. Bevono, fumano, si divertono. Incrociamo un McDonald’s. Proviamo a entrare. Stavolta andiamo direttamente alla cassa con Ricky. Siamo un adulto e un 15enne. Chiediamo due birre e facciamo chiaramente capire che una se la scolerà lui. Ma la commessa non si fa problemi. Paghiamo e usciamo con la bionda tra le mani. Riccardo ha fame, rientra per un hamburger. La dipendente che ci ha servito si fa venire un dubbio. «Ma tu hai 16 anni?». «Sì, sì, ne ho 17». Una persona scrupolosa o semplicemente responsabile avrebbe chiesto ulteriori chiarimenti. Perché no, anche la carta d’identità. Invece sembra basti che un ragazzino si inventi di avere un paio di anni in più per sbronzarsi in libertà.
Anche questa volta «strappiamo» la birra dalle mani di Ricky. Il panino invece glielo lasciamo in regalo. Raggiungiamo un’altra meta fissa della notte milanese, le colonne di San Lorenzo. Dove la gioventù tira tardi tra bonghi e fiumi d’alcol. Anche qui Riccardo entra in uno dei locali più frequentati della zona e si fa servire un’altro bicchiere senza problemi. Stavolta non gliela togliamo subito, ma lo lasciamo camminare un po’ tra la folla. In un angolo ci sono due pattuglie della polizia locale. Se ne stanno in disparte. I vigili hanno tra le mani dei volantini per informare i giovanissimi sui pericoli dell’alcol. Togliamo la birra a Ricky e ci avviciniamo a loro. «L’ordinanza è giusta e la faremo rispettare in pieno», dice uno dei vigili. Poco più in là ci sono i City Angels, volontari in giubba rossa. Anche loro distribuiscono volantini contro l’abuso d’alcol. «Ma qualche ragazzino ci risponde male quando ci avviciniamo», raccontano.
È da poco passata la mezzanotte. Riccardo è stanco, ma lo obblighiamo a un’ultima fatica.

Lo mandiamo a comprare un’altra birra da un ambulante. L’iter è il solito: Ricky si avvicina al camioncino, ordina una bottiglia e nessuno obietta. Così in meno di tre ore si sarebbe potuto scolare quattro birre. Chissà se lo sapesse mamma...

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