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"Giusto punire i genitori che non mandano a scuola i figli"

Mario Rusconi, presidente Anp Roma, promuove il dl Caivano

"Giusto punire i genitori che non mandano a scuola i figli"

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“È positivo che ci si stia interessando di un problema che sta diventando sempre più grave, non solo per la scuola ma anche e soprattutto la società”. Mario Rusconi, presidente Anp Roma, promuove il dl Caivano.

Le misure prese dal governo vanno nella giusta direzione?

“Sono d’accordo che si intervenga sui genitori che non iscrivono i figli a scuola o che permettono che non ci vadano. In questo caso l’arresto ha la funzione di deterrente, fermo restando che questa come le altre misure devono essere accompagnate da altri provvedimenti di natura formativa che sono fondamentali. Nelle zone degradate servono più insegnanti anche di sostegno non solo per i ragazzi disabili, ma anche per tutti coloro che hanno difficoltà di apprendimento. Il recente decreto del ministro Valditara sul tutor, purtroppo, per motivi finanziari, riguarda solo il triennio delle superiori. Nelle scuole, poi, ci devono essere sia lo psicologo sia il medico scolastico che noi presidi invochiamo da vent’anni. Serve maggior attenzione alle biblioteche scolastiche e l’apertura pomeridiana degli istituti e di centri culturali dove portare i ragazzi da togliere dalla strada”.

Quanto è difficile insegnare in realtà degradate come Scampia, Tor Bella Monaca e Caivano?

“Il ministero dell’Istruzione ha sempre commesso un errore di fondo, ossia quello di aver sempre mandato gli insegnanti nelle varie realtà purché avessero il possesso di un titolo di studio adatto. E, pertanto, poco importa che l’insegnante lavori in un quartiere bene di Milano oppure in uno degradato del Sud-Italia. C’è stata una sottovalutazione istituzionale e su questo si dovranno prendere provvedimenti perché nel secondo caso l’insegnante deve avere una preparazione psico-pedagogica differente per relazionarsi con studenti e famiglie. Ma non solo. Si dovranno differenziare anche gli stipendi altrimenti nessun insegnante andrà mai a lavorare in una realtà degradata”.

Gli insegnanti hanno paura di ripercussioni, anche fisiche, in alcune realtà?

“Che gli insegnanti e i docenti siano stati presi di petto dai genitori è un fenomeno che capita anche in realtà “normali”. Si sta già intervenendo e, sempre il Miur, in queste situazioni, offre il patrocinio dell’avvocatura agli insegnanti, mentre prima i docenti dovevano difendersi col proprio avvocato. Bisogna tener conto che l’aggressività dei genitori si può esplicitare in molti modi sia fisicamente sia con atteggiamenti delegittimanti. È importante, dunque, intervenire. In realtà degradate è difficile che il genitore ricorra al Tar perché è costoso e non interessa molto quel che succede al figlio. In realtà non degradate dal punto di vista economico, invece, i genitori ricorrono al Tar anche per inezie perché hanno i soldi per poterlo fare. Il Ministero ha annunciato dei correttivi perché è assurdo che una ragazzina bocciata nel Lazio per sei materie sia stata poi promossa dal Tar. Questa è una delegittimazione della funzione dei docenti e della scuola in generale”.

Spesso, però, i docenti vengono delegittimati anche perché poco preparati. O sbaglio?

“Sarebbe necessario di un buon sistema di valutazione delle perfomance dei docenti. C’è stato un tentativo nel 2015, ma è stato immediatamente eliminato su pressione dei sindacati della scuola. Finché in Italia non avremmo un buon sistema di valutazione, come c’è in Francia e in Germania, saremo sempre in ritardo. Solo l’Italia e la Grecia non hanno dei sistemi di valutazione delle performance dei docenti e dei presidi. Poi, si dovrebbero prevedere delle modalità per far recuperare le eventuali carenze degli insegnanti.

Se, però, questi si dimostrano refrattari a qualsiasi forma di miglioramento è chiaro che dovranno cambiare mestiere”.

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