
Mentre il Pd si ostina a confondere consenso culturale e consenso politico, alto il primo (perché gli intellettuali sono pochi) e bassino il secondo (perché il ceto medio vota a destra), da più parti si chiede una nuova classe dirigente per la Sinistra. Che in effetti - in attesa di vedere andar via quelli che non si erano visti arrivare inizia a prendere forma.
Tra i leader di una prossima giunta tecnica formata da esponenti della società civile, si segnalano. Ovviamente l'ultrà Francesca Albanese: ora che i vertici del Pd la stanno scaricando è perfetta per prendersi il partito. E comunque, oggi, vale elettoralmente un paio di punti. Per il centrodestra. Poi Tomaso Montanari, il rettore dell'Università per stranieri di Siena, poco più di una scuola di italiano: i pingui rivoluzionari da chaise longue piacciono sempre. Naturalmente Ilaria Salis, che ieri si è salvata per un voto: il suo. Ti dà sempre l'impressione di quella che vuole essere l'apostrofo dove serve l'accento; però è sempre meglio della Schlein, che non sa dove mettere né l'accento né l'apostrofo. Aggiungiamo Saverio Tommasi di Fanpage, un Berizzi che non ce la fa, ed è tutto dire: agli israeliani, più svegli di noi, sono bastati dieci minuti per definirlo «un imbecille». E infine - perché no? - la professoressa Donatella Di Cesare.
Era capolista per Verdi e Sinistra in Calabria: è arrivata ultima, nonostante la nostalgia brigatista. Però, dai, ha preso 400 voti. Che non sono tanti, ma se vuole espugnare la segreteria del Pd può farcela; perché, insomma, bisogna anche sapere vincere. Non sempre si può perdere.