Dal governo kemio al governo placebo

Come si può definire il governo Letta con occhio spassionato? Un governo placebo

Come si può definire il governo Letta con occhio spassionato? Un governo placebo.

A differenza del governo Monti che aveva pretese salvifiche ed effetti devastanti, il governo Letta vola basso e si pone obbiettivi limitati, tenendosi alla larga da salvezza e rovine.

Fatica a mediare tra le due gambe che lo sorreggono, il centro-destra e il centro-sinistra, patisce le turbolenze di entrambi e regge sul rinvio e gli aggiustamenti double-face che possono essere presentati in modo doppio così da soddisfare le opposte clientele.

Pur disponendo di una maggioranza larghissima, anzi proprio per quello, il governo lettiano ha un raggio minimo d'azione e incidenza (e in politica estera è davvero a digiuno). Non affronta - e non per malanimo o incapacità dei suoi titolari - nessuna malattia del Paese, ma si limita a offrire pozioni rassicuranti, palliativi e conforti.

Ci sarebbero quattro o cinque cose urgenti da fare per raddrizzare la barca e un paio per stabilire regole migliori in termini di sistema elettorale e di tagli alla spesa pubblica.

Ma il governo Letta ha un mandato di tregua e intervallo, non di rilancio e ricostruzione. E Letta stesso, per salvarsi il futuro, delegittima il suo stesso governo ripetendo che non è quello che avrebbe voluto e per il quale si era battuto.

Quanto potrà durare l'effetto placebo? I dolori subiti dal governo eurotecnico rendono benefica perfino la degenza e la convalescenza nella clinica del placebo.

Ma quando potremo lasciare il Letta e camminare con le nostre gambe?

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