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Governo al lavoro per fermare le proteste. La Lega: sgravi Irpef fino a 30mila euro

Il Carroccio in campagna elettorale incalza la premier e cavalca i "forconi" Il Mef a caccia di fondi. Lollobrigida: "Fare i conti con le risorse disponibili"

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Il governo Meloni punta su due provvedimenti per spegnere la protesta degli agricoltori, che giovedì si ritroveranno a Roma al Circo Massimo per nuova mobilitazione. La prima misura è un allargamento della fascia per l’esenzione dell’Irpef agricola. Su questo punto è in corso una trattativa, non semplice, tra i ministri Giancarlo Giorgetti, Francesco Lollobrigida e Matteo Salvini.

Da Cagliari il ministro dell’Agricoltura getta acqua sul fuoco: nessuna spaccatura nel centrodestra, «ma bisogna fare i conti con le risorse disponibili». Al momento, dopo l’accantonamento dell’emendamento Molinari al decreto Milleproroghe, la maggioranza con un nuovo testo fissa l'esenzione Irpef ai redditi agrari e domenicali che non eccedano l'importo di diecimila euro. «Troppo poco», filtra dal Carroccio che ribadisce la richiesta: «Abbiamo ritirato l’emendamento Molinari (che non prevedeva alcuna soglia per l’esenzione Irpef, ndr) dietro la promessa di riformulazione da parte del governo». La soglia dei 10 mila euro è un primo passo ma non soddisfa i leghisti che puntano ad alzare l’asticella almeno fino a 30 mila euro di reddito.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani è fiducioso: «A me pare che nessun governo si sia schierato a favore del mondo dell'agricoltura come ha fatto questo esecutivo. Il governo ha fatto tantissimo: depositeremo entro domani un emendamento al Milleproroghe per ridurre l'Irpef agricola per gli imprenditori con una dichiarazione dei redditi fino ai 10mila euro, ed altri emendamenti che vanno ad aiutare questo mondo». Il Carroccio, un po' meno contento, manda un pizzino ai colleghi di Fdi: «Per noi gli agricoltori italiani, tutti gli agricoltori italiani, dai piccoli che resistono ai più grandi che innovano, meritano di essere sostenuti a fronte di una concorrenza sleale dei prodotti extra Ue, e di una legislazione europea che vuol distruggere il made in Italy». La mediazione balla su 20mila euro di differenza. La protesta dei trattori si incrocia con lo scontro elettorale, che si è ormai infiammato anche tra i partiti di governo. Matteo Salvini appoggia in toto la rivolta dei trattori.

Tant’è che il Carroccio mette in chiaro: «La Lega non starà mai con chi vuole affossare il mondo agricolo». E insinua: «Mentre in Europa c’era chi sceglieva di appoggiare una Commissione disastrosa, responsabile di folli politiche finto-green che mettono in ginocchio settori fondamentali, la Lega non ha mai avuto dubbi e fin dall'inizio ha difeso gli interessi di agricoltori e produttori italiani». Fiammate che però non distraggono Palazzo Chigi dall’obiettivo: gettare acqua sul fuoco della rivolta. L’altra misura su cui si lavora è il credito d’imposta per l’acquisto di macchinari agricoli. Mentre è andato il porto il rinvio di sei mesi dell’assicurazione per i mezzi agricoli. I due provvedimenti costerebbero intorno ai 100 milioni di euro. E qui c’è il passaggio forse più difficile: la moral suasion sul titolare del Mef Giancarlo Giorgetti.

Il ministro deve aprire la borsa.

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