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La ricetta di Monti per rilanciare la crescita? Una vagonata di nuove assunzioni

Cdm fiume dopo la pausa estiva: nove ore per rilanciare l'Italia. Via libera alle liberalizzazioni per sanità, poste e cultura. E a quasi 50mila di nuove assunzioni nella scuola

"È stata una giornata molto concreta". Al termine del Consiglio dei ministri fiume, che dopo la pausa estiva riapre di fatto i lavori dell'esecutivo, il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera si dimostra soddisfatto. Anche il premier Mario Monti ci affretta a sottolineare che tra i ministri c'è un ottimo spirito di collaborazione. Sul tavolo del governo dovrebbero infatti arrivare quelle famose riforme per la crescita che fanno parte della tanto decantata "fase due". Dalle liberalizzioni alle start up, dal piano per attirare gli investimenti esteri alle semplificazioni: la lista è davvero lunga e ambiziosa, ma troppo fumosa per far pensare che possa andare in porto. Eppure i tecnici sembrano crederci. Per il momento, purtroppo, l'unica certezza è la vagota di assunzioni decisa dal governo per andare a ingrossare le file del sistema scolastico nazionale.

Dopo la pausa estiva, i ministri si sono riuniti per nove ore per mettere a punto le misure per rilanciare il sistema Italia e uscire dalla crisi economica. Dopo aver ostentato un forte ottimismo, i tecnici si sono infatti incontrati per mettere nero su bianco quelle misure che il Paese - e in particolar modo il tessuto produttivo - aspettano ormai da mesi. Dopo l'austerity, infatti, il premier Mario Monti aveva promesso la famosa "fase due" che avrebbe dovuto rilanciare lo sviluppo economico e far ritornare competitiva l'Italia in tutta l'Eurozona. "Il consiglio dei ministri di oggi è stato contraddistinto da una grande collaborazione tra i ministri", sottolinea Passera lasciando Palazzo Chigi ed evidenziando che tutti i ministeri sono stati "mobilitati per uscire dalla recessione". Per il momento non c'è ancora niente di concreto. Un incontro fortemente interlocutorio, durante il quale i tecnici hanno scandagliato punto per punto l’agenda preparata lo scorso novembre. "Abbiamo guardato dove siamo, quanto abbiamo realizzato, cosa manca", rivela lo stesso Passera. Insomma, attraverso i prossimi decreti, il governo dovrebbe essere in grado di mettere a punto gran parte dei punti che aveva individuato alla fine dell’anno scorso. Il condizionale, tuttavia, è d'obbligo dal momento che fino ad ora i tecnici non hanno fatto altro che imporre nuove tasse e far lievitare la pressione fiscale a livelli da record mondiale.

Stando alle parole di Passera e al comunicato pubblicato da Palazzo Chigi al termine dei lavori, il governo sarebbe intenzionato a lavorare per recuperare il gap infrastrutturale (anche attraverso l’attrazione di capitali privati); spingere l'acceleratore sull’innovazione tecnologica e sull’internazionalizzazione delle imprese; creare un contesto favorevole alla nascita di start up, soprattutto da parte dei giovani; ridurre gli oneri burocratici a favore di cittadini e imprese; rivedere le detrazioni fiscali a vantaggio della famiglia e di rifinanziare la "carta acquisti" per il 2013 a sostegno delle famiglie colpite da disagio economico."Una giornata intera dedicata alla riflessione su come mobilitare tutte le energie per raggiungere l’obiettivo della crescita", assicura Palazzo Chigi che investirà anche nelle liberalizzazioni per "creare spazi nuovi per la crescita di autonome iniziative private attualmente bloccate o rese interstiziali da una presenza pubblica invadente e spesso inefficiente". Nel mirino del governo dovrebbero, infatti, esserci le Poste, la cultura e la sanità. Tuttavia, arrivano (tanto per cambiare) una pioggia di nuove assunzioni. Non solo i tecnici aprono il bando di concorso (il primo dal 1999) per l’assunzione di quasi 12mila nuovi docenti, ma altrettanti posti verranno messi a disposizione dal Miur pescando dalle attuali graduatorie. E non finisce qui perché sempre il Miur si appresta ad assumere 21.112 insegnanti e 1.213 presidi. E ancora: agli atenei saranno assegnati 15 milioni di euro per poter assumere al massimo 3mila professori.

Insomma, altro che tagli, Monti dà il via libera all'ennesima infornata di assuzioni.

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