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Il governo pone la fiducia sul decreto fare: "Troppi emendamenti"

Maggioranza, Lega e Sel d'accordo a ridurre gli emendamenti. Barricate del M5S. E il governo pone la fiducia

Il governo pone la fiducia sul decreto fare: "Troppi emendamenti"

"Gli emendamenti sono troppi", ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. Per contrastare le barricate dei grillini, che hanno inondato l'Aula di richieste di modifica al testo approvato dalle commissioni, il governo ha deciso di porre la fiducia sul decreto "Fare" a Montecitorio. "La fiducia è l’ennesimo schiaffo al parlamento", ha commentato il deputato stellato Riccardo Fraccaro.

"Da qui alla pausa estiva dei lavori parlamentari abbiamo un calendario complicato - ha spiegato Franceschini - bisogna esaminare sei decreti legge, le leggi europee, il ddl di riforma costituzionale, il testo sul finanziamento pubblico ai partiti e quello sull’omofobia". Non avendo il tempo di "affrontare il voto su 800 emendamenti", l'esecutivo ha deciso di porre la fiducia sul testo già approvato dalle commissioni. Sebbene la Lega Nord e il Sel avessero acconsentito a ridurre gli emendamenti e la maggioranza si fosse limitata a sole dieci richieste di modifica del testo, la stessa disponibilità non è arrivata dai Cinque Stelle. In mattinata, durante un incontro con il governo, i grillini avevano promesso che avrebbero ritirato gli emendamenti qualora fossero state accolte alcune modifiche. "Quando abbiamo obiettato che una parte di essi era ammissibile e un altra 'no' per ragioni di copertura ma anche di merito - ha spiegato Franceschini - il M5S ha deciso di chiedere il voto su tutti gli emendamenti". Da qui la spaccatura. "Abbiamo solo presentato delle tematiche al Governo ma non hanno voluto fare l’accordo", ha replicato la pentastellata Laura Castelli elencando i temi su cui era stato chiesto un accordo: la reintroduzione dell’obbligo del rispetto della sagoma nelle ristrutturazioni, l'abolizione del finanziamento con Cip6 dei termovalorizzatori, la giustizia e i disincentivi alla delocalizzazione.

L’Aula della Camera inizierà a votare la fiducia domattina, a partire dalle 11.30. Il risultato è dunque atteso intorno alle 13. Subito dopo si proseguirà con gli ordini del giorno e, dopo l’interruzione per il question time, a oltranza fino al voto finale. I Cinque Stelle, i leghisti e Fratelli d'Italia hanno detto "no" alla diretta televisiva per le dichiarazioni di voto finali, annunciando invece che useranno tutto il tempo necessario per intervenire.

Faranno, in altri termini, ostruzionismo.

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