Il governo triplica le tasse sul mattone

La nuova Iuc, che comprende imposte sui rifiuti e sui servizi, si applicherà anche alla prima casa

Il governo triplica le tasse sul mattone

Roma - La semplificazione della tassazione sulla casa alla fine diventa una stratificazione di tre o quattro imposte. L'intenzione di non infierire sui proprietari di immobili, si traduce nel triplicare l'imposizione sul mattone rispetto al 2011. Un merito va però riconosciuto alle ultime modifiche alla legge di Stabilità che hanno introdotto la nuova Imposta comunale unica (Iuc): hanno fatto chiarezza sul fatto che la tassa, o meglio una parte di questa, è una patrimoniale vera e propria. Colpisce la proprietà e non ha niente a che vedere con i servizi ai cittadini. Con l'emendamento presentato dai relatori Giorgio Santini (Pd) e Antonio D'Ali (Ncd), l'Imu non muore. Diventa appunto una tassa sulla proprietà che si applica alle case diverse dalla prima e alle abitazioni principali di lusso. L'aliquota massima dell'imposta, insieme alla tassa sui servizi, non dovrà superare il 10,6 per mille. La prima casa, come aveva già previsto il governo, non sarà esclusa dalle nuove tasse. Pagherà per intero quella sui servizi indivisibili, la Tasi, e la vecchia tassa sui rifiuti che ora si chiamerà Tire. A decidere eventuali detrazioni, saranno i Comuni. Il governo ha delimitato il campo di applicazione dei benefici (anziani, single, case di vacanze) ma già ieri su questo aspetto il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio ha rilanciato, sostenendo che, così come sono, le detrazioni sono poche. «Valutiamo bene perché la riduzione del punto dell'Imu secondaria vale 1,3 miliardi. E 500 milioni di detrazioni non sono sufficienti» ha spiegato l'esponente Pd. In sostanza si propone di riportare il limite massimo dell'aliquota all'11,6 per mille. Ci sono pressioni per introdurre detrazioni classiche, ad esempio stabilendo una soglia di imposta esente intorno ai 500 euro e ulteriori detrazioni per i figli, come era stato ipotizzato nei giorni scorsi. Per il momento, l'unica modifica certa rispetto all'emendamento dei relatori presentato lunedì, è stata inserita nel maxiemendamento e consiste nella deducibilità dell'Imu beni strumentali (i capannoni) al 30% su Ires e Irpef. Ma varrà solo per il 2014. Sgravio fiscale coperto con una riduzione del fondo tagli tasse. Ufficiali le nuove date di versamento. L'Imu si continuerà a pagare due volte all'anno, a giugno e dicembre. La Tasi, invece, il 16 gennaio, il 16 aprile, il 16 luglio e il 16 ottobre. Teoricamente il proprietario di due immobili sarà chiamato a versare sei volte in un anno. Uno stillicidio. E anche un salasso perché per le seconde case sarà una stangata. Nell'emendamento non c'è la prevista cancellazione del ritorno dell'Irpef fondiaria. In sostanza, gli immobili, oltre a pagare già la patrimoniale sul mattone, costituiranno base imponibile per l'imposta sui redditi, limitatamente al 50% e solo per quelli che si trovano nello stesso comune dell'abitazione principale. Alcuni proprietari di case si ritroveranno quindi a pagare su un unico cespite: Imu, Tasi, Tari e Irpef. Caratteristiche dell'Iuc a parte, ieri Confedilizia ha confermato le analisi più pessimistiche (quelle di Renato Brunetta) sull'impatto che il nuovo regime avrà sulle tasche degli italiani. Già nel 2014, secondo la confederazione guidata da Corrado Sforza Fogliani, il complesso dell'Iuc farà entrare nelle casse dello Stato tra i 23,8 e i 27 miliardi di euro a seconda se i Comuni sceglieranno l'aliquota minima dell'1 per mille (ipotesi poco probabile visto che ieri l'Anci ha battuto cassa) o quella massima del 2,5. Nel 2011 l'Ici si fermò a 9,2 miliardi. Quindi l'aumento in quattro anni potrebbe sfiorare il 193%. Il maggior esborso per i contribuenti, sempre secondo Cofedilizia, è tra i 14,6 e i 17,8 miliardi.

Un tributo al federalismo fiscale? Una tesi che non può reggere. In un'ottica federalista, quando aumentano le tasse locali, dovrebbero calare quelle nazionali. E di tagli veri, nella legge di Stabilità del governo Letta, non c'è traccia.

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