Gramellini, pizza con bufala

Beata ingenuità... Il povero Massimo Gramellini, editorialista de La Stampa, è costretto a fare mea culpa per aver dato credito a una bufala. Nel suo «Buongiorno» di giovedì ha riportato, sotto il titolo «La maturità non vale una pizza», la lettera di una professoressa disperata perché costretta a bocciare alla maturità uno studente meritevole. Con il diploma infatti Andrea avrebbe perso le agevolazioni per un'assunzione. Peccato che Andrea non esista e che la storia sia stata inventata da una società di «arte, guerriglia e marketing non convenzionale». La lettera in cui la Kook Artgency - che ha ingannato anche altri giornali - usciva allo scoperto è stata pubblicata nel «Buongiorno» di ieri. Insieme alle scuse del giornalista: «Sono Gramellini, della Pirla Agency. Mi sono fidato e vi ho creduto. Sono stato un ingenuo».

Dopo le giustificazioni Gramellini conclude: «Continuerò a coltivare la mia ingenuità: fa meno danni del cinismo». Buone intenzioni, compresa quella di rettificare subito la notizia falsa. Anche se così ha spazio in prima pagina (due volte) a chi cercava visibilità.

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