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Grandi manovre alla Rai

Settimana di fuoco per decidere il futuro dei direttori dei tre tiggì pubblici. Tremano Orfeo e Berlinguer. E Gubitosi...

Grandi manovre alla Rai

Un fine settimana caldo, anzi caldissimo. Intorno alla Rai si registra una turbolenza politica che sembra togliere il sonno ai direttori dei tre tiggì pubblici. Secondo un'indiscrezione riportata da Dagospia, il direttore generale Luigi Gubitosi avrebbe incontrato il segretario del Pd Matteo Renzi sul treno Roma-Firenze. Tra una chiacchiera e l'altra i due sarebbero finiti per parlare del futuro della Rai, o meglio dei telegiornali. Nel mirino sarebbero finiti Mario Orfeo, Marcello Masi e Bianca Berlinguer. Il rottamatore vorrebbe, in particolar modo, la testa dei direttori di Tg1 e Tg3 perché, a suo dire, rappresentano aree politiche che non rispecchiano più la "nuova" guida del Pd.

A vale Mazzini il balletto è iniziatto. E, secondo fonti vicine al carrozzone pubblico, anche Gubitosi potrebbe rientrare nel valzer delle poltrone. E, se Renzi freme per aprire le danze, la numero uno di mamma Rai, Anna Maria Tarantola, cerca di frenare l'irruenza dell'ultimo arrivato. Dal canto suo, Gubitosi starebbe brigando per tutelare direttori. Come annuncia Libero, lo farà domanidurante il pre consiglio di amministrazione. Insomma, la partita è tutt'altro che chiusa. Stando alle voci riportate da Dagospia, Orfeo avrebbe incontrato i consiglieri di amministrazione per sondare il terreno in vista del cda ufficiale che si terrà mercoledì. In treno Gubitosi avrebbe spiegato a Renzi che, al momento, l'unico direttore davvero in uscita è Antonio Preziosi che dovrebbe, appunto, lasciare la guida di Radio1 e dei giornali radio.

L'esito del cda di mercoledì prossimo dipenderà in gran parte dalla presenza della Tarantola. L'ex vicedirettore generale della Banca d'Italia sarebbe fermamente motivata a partecipare anche alla riunione di lunedì per mettere in chiaro, una volta per tutte, le "regole di ingaggio". Secondo i rumor che corrono per i corridoi di viale Mazzini, l'impianto mirerebbe a un ricambio generale o a una strenua difesa dello status quo. Niente mezze misure, niente spostamenti di convenienza. "Concentrarsi su singole pedine sarebbe visto come un blitz mirato inaccettabile - si legge su Dagospia - mentre un'operazione più ampia sarebbe in linea con la consuetudine aziendale che ha sempre visto i direttori cambiare a ogni cambio di governo". Ma la partita non può essere limitata ai direttori dei tiggì. Nel caso in cui Gubitosi dovesse lasciare la Rai, un nuovo direttore generale potrebbe portare a molte novità.

Nelle prossime settimane il valzer delle poltrone non interesserà soltanto la Rai. All'orizzone anche Poste, Eni, Enel, Terna e Finmeccanica potrebbero assistere a un repulisti dei vertici. Se Gubitosi dovesse rientrare in questo giro, allora i cambiamenti in Rai sarebbero ancor più drastici.

Una partita che Renzi non vuole certo perdere.

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