Roma «E poi ci disse che il blog di Grillo lo pagava lui, cioè il partito», cioè l’Italia dei valori. Chi parla è un parlamentare fuoriuscito in tempi non sospetti dall’Idv, che ricorda: «Era una delle riunioni di partito, nel 2007. Di Pietro ci spiegò che era importante sviluppare il sito internet dell’Idv, che allora curava Casaleggio, il guru di Beppe Grillo e l’inventore del suo blog. E, me lo ricordo perfettamente, in quella riunione Antonio ci disse che il nostro partito pagava la consulenza anche per conto di Grillo» racconta il parlamentare. Così parlò Tonino.Nel bilancio di quell’anno viene riportata la cifra di 469.173 euro come «investimenti per sviluppare la relazione e la comunicazione via Internet ». La consulenza della Casaleggio associati per l’Idv si conclude nel 2010, quando Di Pietro comincia a vedere il Movimento Cinque stelle come un competitor e quindi separa le attività. «Fino ad allora andavano d’accordo, Grillo intervenne anche ad una festa Idv di Vasto, collegato via internet, parlò per un’ora, non la smetteva più». Ancora nel 2010 Grillo scrive una prefazione ad un libro di Di Pietro, dove lo definisce «kriptonite della politica italiana», una specie di eroe. Fase crescente di un giudizio molto altalenante: in uno spettacolo di fine anni ’90 Grillo dedicava una piccola gag all’ex pm: «Di Pietro è un insegnante di procedura penale al Cepu! Ha fondato l’Italia dei valori in una sede Cepu sotto sequestro dalla Guardia di finanza!».
Ora che la curva del feeling è tornata in basso, quel vecchio debito servirebbe molto a Di Pietro. Il vento è cambiato, il Movimento Cinque stelle viaggia su sondaggi da 18% (pari a cento deputati circa), il triplo dell’Idv, cui sta spolpando l’elettorato,anche per alcune differenze. Grillo e Di Pietro sono contro i soldi ai partiti, ma Grillo li ha rifiutati (aveva diritto 1 .700.000 euro), Di Pietro mai. Grillo candida outsider della politica,nell’Idv ci sono professionisti della politica ( in Sicilia il M5S candida un geometra,a Palermo l’Idv ha messo un veterano delle poltrone come Leoluca Orlando). Così Tonino, isolato tra una sinistra che non lo vuole e un Grillo che gli fa ombra, ha tentato di proporre l'alleanza col M5S, ma l’ex amico non è interessato. Primo, perché nel «non-statuto»del M5S c’è scritto chiaramente che non si fanno alleanze. Secondo, a che pro Grillo dovrebbe aiutare Di Pietro? I due sono ormai lontani. Gabriele Sani, consigliere Cinque Stelle al Comune di Empoli, la mette così:«Molti di noi sono ex elettori Idv,ma l’Idv è un partito sempre più personalistico e sempre più con un cerchio magico degno della peggiore Lega. Mura, Donadi, Belisario, Orlando sono inamovibili al pari di Fassino, D’Alema, Veltroni». Ex elettori delusi da Di Pietro, che quando può sta in maggioranza. Ad Empoli, Arezzo, Grosseto, Massa Carrara, ovunque in Toscana il Cinque Stelle abbia consiglieri di opposizione, l’Idv è al governo insieme al Pd. Su fronti opposti anche in Emilia- Romagna, dove Di Pietro è in maggioranza col Pd (che governa ovunque) a cominciare dalla Regione e poi in tutti i comuni dove Grillo è sempre in minoranza.
Fronti opposti vuol anche dire che il M5S avanza a discapito di Di Pietro, come conferma l’analisi dell’Istituto Cattaneo sulle ultime amministrative: 2 voti su 10 per Grillo vengono proprio dall’Idv. Dunque Di Pietro si avvicina alle politiche con lo «spettro Parma», dove Grillo è arrivato al ballottaggio (poi stravinto) con un 18,9%, contro un misero 2,9 dell’Idv. La contromossa di Tonino, fallita l’idea della coalizione con Grillo? Grillinizzarsi, rivendicando però lo ius primae noctis sull’opposizione, per non passare da imitatore («Grillo non si appropri delle battaglie di Italia dei Valori sui vitalizi» attacca il deputato dipietrista Borghesi). Lo ha già fatto, col video sui politici zombie,o i manifesti dell’Idv Lazio con Monti sulla sdraio che beve un cocktail («Mandiamo Monti al mare»). Piega che sta generando una scissione tra l’ala più moderata e filo Pd (Donadi, Formisano) e quella da sempre più vicina al grillismo (Barbato, Sonia Alfano). A lato c’è De Magistris, dipietrista senza tessera Idv, che lavora ad un suo movimento arancione, come quello che l’ha portato a fare il sindaco a Napoli, che porti ad una «partecipazione diretta dei cittadini».
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