Grillo chiama i dissidenti Pace armata nel M5S Ma quanto durerà?

Ritirata la procedura di espulsione di Paola Pinna. L'ex comico genovese chiama anche il dissidente Currò. Siglata una tregua. Ma tra pochi giorni ci sarà il momento della verità sulla diaria

Grillo chiama i dissidenti Pace armata nel M5S Ma quanto durerà?

Ha indossato il casco da pompiere e ha fatto quello che molti dissidenti gli chiedevano da tempo: parlare e ascoltare. Così, Beppe Grillo, pochi minuti dopo la ratifica dell'espulsione della senatrice Adele Gambaro, ha telefonato alla deputata sarda Paola Pinna, nei confronti della quale il deputato Colletti aveva chiesto di avviare la procedura di defenestrazione.

"Sì, io e Grillo abbiamo parlato", ha ammesso ieri la Pinna, mantenendo il massimo riserbo sui contenuti di una conversazione comunque chiarificatrice. Un colloquio vero in cui Grillo avrebbe tranquillizzato la giovane parlamentare dagli attacchi piovuti sulla Rete a seguito delle sue dichiarazioni alla stampa in cui addossava all'ex comico genovese le colpe del flop alle ultime elezioni amministrative.

Pinna, dal canto suo, avrebbe chiesto a Grillo di tenere unito il movimento, evitando un clima da caccia alle streghe e cercando di lavorare per il Paese con tranquillità e serenità. Procedura di espulsione ritirata, dunque. Che la strategia del Movimento 5 Stelle sia cambiata è dimostrato sia dal fatto che Grillo ha chiamato anche un altro dei ribelli, Tommaso Currò, sia dall'ostruzionismo messo in atto oggi in aula alla Camera.

Insomma, i grillini cercano di distogliere l'attenzione dei media dalle beghe interne e pare abbiano capito che la logica delle espulsioni è controproducente. Le assemblee fiume, che diventano ogni volta degli psico-drammi, rappresentano una sorta di boomerang mediatico dannoso per il Movimento. Tuttavia i pericoli sono dietro l'angolo. Perché tra pochi giorni ci sarà la chiusura della rendicontazione e quello sarà il momento della verità per vedere chi restituisce i soldi della diaria e chi no. Una sorta di spartiacque che potrebbe aumentare le dimensioni della crepa interna al M5S.

Al momento però sembra prevalere la linea della pace armata. "Sono contento che sia cambiato il clima, ma mi rendo conto che è successo solo perché da Grillo c’è stata una marcia indietro prima che ci fosse la distruzione totale, causata dalla sequenza di espulsioni che si andava profilando", ha dichiarato il deputato dissidente Adriano Zaccagnini. Che tuttavia ha tuonato: "Sono necessarie le scuse di chi ha gettato fango e ha insultato, anche se non direttamente, altri colleghi parlamentari. Se ci deve essere una tregua e un nuovo cammino, deve essere uguale per tutti e che ognuno si assuma le proprie responsabilità". Più ottimista Tancredi Turco, che si è detto "contento delle telefonate di Grillo" e dello "stop alle espulsioni", sostenendo che "ora ci sarà una fase costruttiva".

La tensione rimane comunque alta. Subito dopo i lavori dell’aula, un gruppo di deputati dissidenti si è riunito in Transatlantico per fare il punto sulla "tregua". Insomma, le divisioni tra talebani e dissidenti restano.

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