Il Grillo della discordia riesce a dividere anche Travaglio e Santoro

Veleni incrociati tra il comico e il conduttore di "Servizio Pubblico". Ma la prima firma del "fFatto quotidiano" sta con Beppe Grillo

Il Grillo della discordia riesce a dividere anche Travaglio e Santoro

«Ora mi toccherà iscrivermi a un corso di orienteering tenuto dal maestro Santoro» scrive Grillo sul suo blog rispon­dendo alla frecciatina del conduttore («Grillo ha problemi di orientamento»). Una volta erano amici, Santoro lo intervi­stava ad Annozero , gli dava spazio. Cos’è successo? Primo, che Grillo sta per fare un probabile botto alle amministrative, dun­que non è più un outsider buono per ani­mare un programma tv. Secondo, che Gril­lo ha definito i conduttori di talk show, nes­suno escluso, «cani da riporto» della politi­ca, e questo non dev’essere particolarmen­te pi­aciuto a Santoro che si concepisce co­me un eroe.
Ma la bomba Grillo sta facen­do saltare anche altri equilibri nell’opposi­zione radicale. Anche l’antica amicizia Di Pietro-Grillo, una volta disciolto il collan­te antiberlusconiano, è saltata via. «La dif­ferenza tra me e Grillo, è una sola. Io critico ma voglio costruire un’alternativa, lui mi­ra a sfasciare tutto e basta » dice Di Pietro (e Grillo finge di non credere alla sue orec­chie: «Le parole di Di Pietro mi lasciano sbi­­gottito, spero che sia stato un lapsus»). To­nino è preoccupato per i sondaggi del Mo­vimento cinque stelle (al 7%), che prende voti nell’area dove li prende l’Idv,quindi a danno suo. Quindi addio comizi insieme e Vaffaday comuni.Per l’ex coppia si preve­de la stessa fine di quella Grillo-Vendola. Erano partiti bene, con il comico che face­va da supporter per l’elezione di Vendola in Puglia (fu Vendola a chiedergli aiuto). È finita che Vendola è diventato «Supercaz­zola », «un buco senza ciambella», uno che «ti ipnotizza con la soavità del nulla», uno che fa inceneritori «insieme alla Marcega­glia » e finanzia le cliniche di Don Verzè. Fi­nirà così anche con Di Pietro, anche se non c’è ancora un soprannome.
Ma c’è un’altra frattura inedita da quel­le parti, e riguarda Marco Travaglio. Il vice­direttore del
Fatto , rispetto al caso Grillo è su posizioni opposte dal suo amico e colle­ga di Servizio pubblico Michele Santoro. Travaglio ha vergato un editoriale sul Fat­to (che ha proprio tra i grillini la fetta più consistente del suo bacino di lettori...) do­ve massacra, uno dopo l’altro,i leader poli­tici che si sono espressi sul «pericolo Gril­lo ». «Le accaldate dichiarazioni dei politi­ci su Beppe Grillo sono uno spettacolo im­pagabile, da scompisciarsi. Tutti contro uno, come contro la Lega delle origini» scrive Travaglio, che all’inizio degli anni ’90 è stato un simpatizzante della Lega.An­che l’ex direttore dell’ Unità Furio Colom­bo scrive una lettere aperta a Bersani per dire che si può capire lo spostamento ver­so Grillo di molti delusi del centrosinistra. Il Fatto e Grillo condividono in parte an­che l’editore, Chiarelettere, azionista del quotidiano e casa editrice dei libri di Grillo-Casaleggio.
Ma ce n’è un altro dissidio,sempre cau­sa Beppe Grillo (meglio, con-causa). Cioè tra Santoro e il suo ex pupillo Corrado For­migli, ora suo odiato rivale il giovedì sera con
Piazza pulita su La7. Sul sito del pro­gramma di Santoro si legge la domanda: «Beppe Grillo è un politico come gli al­tri? », che introduce un video dove l’invia­to fa domande a Grillo che non risponde (proprio come i politici, è la risposta sottin­tesa).

Però Grillo ha risposto eccome all’in­viato di Formigli, che gli ha dato spazio in prima serata e che lo segue con attenzione quasi ad ogni puntata. Ricambiato da Gril­lo - si dice - , che preferirebbe apparire nel programma di La7 più che da Santoro.

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