Grillo e gli insulti: se il guru fa il gioco dei suoi avversari

Può darsi che Grillo abbia una puntina di ragio­ne a non dormire sonni tranquilli. Ma non riesco a im­maginare Fassina o Cicchitto che or­ganizzano un attentato contro l’ex comi­co

Beppe Grillo ha paura di essere ammazzato perché i partiti tradizionali e i media avreb­bero creato intorno a lui un clima di odio. Può darsi che abbia una puntina di ragio­ne a non dormire sonni tranquilli. Ma non riesco a im­maginare Stefa­no Fassina o Fabrizio Cicchitto che or­ganizzano un attentato terroristico contro l’ex comi­co e ora leader politico.

Di certo Grillo non sarà più applaudito come un tempo, quando in tivù sfotteva i socialisti (tanto) e i democristiani (poco) e si guardava dal punzecchia­re i comunisti che oggi gli danno del fascista.
Presen­temente è visto male dai due schieramenti maggiori, considerato addirittura una minaccia.

Perché? Valu­tati i sondaggi, è chiaro che egli sottrarrà voti (quanti non si sa) ai due maggiori schieramenti. I quali per­tanto lo temono e lo combattono con le sue stesse ar­mi: l’insulto, la critica aspra e distruttiva, il linguag­gio scurrile, sarcastico, mordace, caustico.

Cosa si aspettava di diverso? Gli avversari che ha bi­strattato (talvolta giustamente) gli rendono pan per focaccia. Agli schiaffi, rispondono con gli schiaffi. Agli sputi, reagiscono con gli sputi. Tutto ciò non lo danneggia né lo pone in una situazione di pericolo. Semmai gli farà guadagnare altri consensi, quelli di persone disgustate dall’incapacità delle forze«rego­lari » non dico a risolvere, ma neanche ad affrontare i problemi terra terra del Paese.

Figurarsi, qui si tratta per molti cittadini di mettere insieme il pranzo con la cena, trovare i soldi per l’affit­to o la rata del mutuo, per l’assicurazione dell’auto e la benzina. Gente a cui non va a genio Mario Monti, così come non vanno a genio il Pd e il Pdl, perché, per vari motivi detti e ripetuti mille volte, essi non riesco­no che ad aumentare le imposte, il tasso di disoccupa­zione, il debito pubblico e lo spread. Lo sanno anche i sassi:l’antipolitica si espande laddove la politica ar­retra, aprendo ampi territori, praterie, a chi grida di più. E Grillo ha gridato parecchio, con efficacia: ora che pretende? Una medaglia da Giorgio Napolita­no o da Pier Luigi Bersani?

Mia nonna diceva: chi semina vento, raccoglie tempesta. Ma lei leggeva la Bibbia e ne conosceva a memoria manciate di versetti. Non credo che al signor Beppe del Movimento 5 stelle stiano a cuore le questioni vetero o neotestamen­tarie.

L’importante è che si renda conto: chi scende in politica, e ne disturba i manovratori, non può pensare di essere accolto con fe­steggiamenti. Si accontenti di so­nori pernacchi.

Tanto più in un momento come l’attuale in cui i partiti sono in diffi­coltà e faticano a tenere le posizioni. Parliamoci con franchezza. Pd e Pdl viaggiano intorno al 20 per cento, punto più o punto meno. So­no disperati perché non sono in grado di stringere alleanze serie. Sono costretti a ubbidire a Monti che ubbidisce ai diktat dell’Euro­pa ( entità astratta ma dotata di pu­gno di ferro). Sono consapevoli che ogni «sì» al governo tecnico è un colpo alla propria credibilità. Adesso ci si è messo anche Grillo a rubare loro suffragi: ovvio che non sia giudicato con simpatia.

L’ostilità nei suoi confronti è de­stinata addirittura a crescere fino alla vigilia delle prossime elezioni, e anche dopo, se egli dovesse otte­nere un risultato eccellente. Sup­poniamo che la sua lista raggiunga (esagero) il 20 per cento. Formare una maggioranza ortodossa sareb­be arduo, anzi impossibile. E ciò obbligherebbe i due schieramenti antagonisti ad accordarsi per dare luogo alla famigerata (a parole) grande coalizione, altrimenti det­ta ammucchiata.

Strano che questa prospettiva non sia contemplata nel breviario strategico di Grillo. O forse lo è. Ce lo dica lui, cessando di giocare a fa­re il guru degli sfigati. Ne abbiamo già troppi. Non vorrei che, alla fine, il Movimento 5 stelle facesse il gioco di coloro che oggi l’ex guitto s’illude di combattere: il bocconia­no e le sue stampelle, indotte a es­sere tali senza averne la vocazione o il desiderio. D’altronde, i partiti non hanno fatto pressoché nulla per emendarsi. Approveranno una legge elettorale peggiore del­l’esistente: né proporzionale né maggioritaria, né carne né pesce. Non ridurranno il numero dei par­lamentari.

I condannati continue­ranno a essere eleggibili. Il finan­ziamento pubblico non sarà rifor­mato, forse verrà incrementato. Il vecchio e il nuovo soccomberan­no al solito trionfatore: il cretino.

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