Grillo evoca la dittatura poi caccia i cameramen

Comizio delirante del comico che parla di fascismo e P2: "Berlusconi farà il Duce grazie all'aiuto del Pd". Allontanato un operatore: "Siamo in guerra, vattene via"

Grillo evoca la dittatura poi caccia i cameramen

Roma - Il presidenzialismo agita il Movimento 5 Stelle. Che sbraita, accusa, esagera. Mascherando sempre più a fatica quel senso di marginalità dallo scenario politico che sta diventando la vera cifra dei grillini di palazzo. Ieri contro la riforma costituzionale si sono scagliati in tanti: generali, ufficiali e graduati. Per primo naturalmente Beppe Grillo, che sul suo blog parla di «un P(residenzialismo) 2». «Con il semipresidenzialismo, peraltro richiesto nel Piano di Licio Gelli della P2 - scrive Grillo - Berlusconi fa un salto avanti nella sua ingiuriosa scalata al potere che gli darebbe impunità e immunità. Quello che non gli era riuscito con la Bicamerale dalemiana del 1997 gli riesce oggi con questo vergognoso governo dell'inciucio». Grillo torna a parlare del Cavaliere in serata in un comizio a Piazza Armerina, in Sicilia: «Si parla ancora di Presidenza della Repubblica per lui. Perché non lo mandano a casa? Però apprezzo più Berlusconi, perché fa quello che fa per il suo interesse personale. Questi che lo tengono ancora in vita mi fanno ancora più schifo di lui». Poi Grillo è tornato a prendersela con quello che forse è il suo bersaglio preferito, i media, bersagliando un cameraman che lo stava riprendendo: «Vai via, via. Fuori. Chi sei? Per chi lavori?». E poi, ai presenti: «Datemi una mano, coprite la telecamera, alzate la bandiera». E ancora: «Siamo in guerra. Io sono stufo, hanno messo in pericolo la mia famiglia, devo reagire. Hanno pubblicato l'indirizzo di casa mia e da allora vengono da me dei pazzi depressi. Io non ci sto più al gioco di questa gente qua». Grillo ha anche attaccato i conduttori tv Andrea Vianello e Lucia Annunziata.
E di presidenzialismo parla anche Riccardo Nuti, neo portavoce e capogruppo M5S alla Camera, a Sky Tg24: «Stupisce che il Pd stia convergendo su questa linea quando prima ne era oppositore. Per far funzionare il paese non serve andare sul presidenzialismo, bisogna far funzionare il Parlamento che negli ultimi anni è stato esautorato dei suoi poteri», dice quello che tra qualche giorno sostituirà a Montecitorio Roberta Lombardi. Nuti nell'intervista ridimensiona la spaccatura nel movimento («le regole sono state accettate al momento della candidatura, se qualcuno non si ritrova più non sono cambiate le regole ma la loro opinione») e candida il collega Roberto Fico alla presidenza della commissione di Vigilanza Rai: «Non ci interessa una comunicazione a nostro favore, ma una comunicazione imparziale».
E intanto fa scalpore il flop della festa grillina a Mira.

Alcuni siti hanno pubblicato delle foto malinconiche che ritraggono le poche decine di persone ritrovatesi domenica nella piazza di uno dei comuni amministrati dal M5S per un evento disertato anche da Grillo e dagli altri papaveri. L'unico a non sentire puzza di bruciato è stato Vito Crimi, capogruppo M5S in Senato, unico volto noto e imbarazzato sul palco veneto.

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