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Grillo, i conti su Twitter non tornano. E il comico attacca il prof

Il leader del M5S non spiega il perché dei followers falsi e se la prende con Camisani Calzolari perché "vicino a Berlusconi". Il professore si difende, ma in rete fioccano le critiche

Grillo, i conti su Twitter non tornano. E il comico attacca il prof

Beppe Grillo difende i suoi followers di Twitter. Robot e non. Dopo lo studio di Marco Camisani Calzolari, che ha messo in dubbio la reale esistenza dei “seguaci” di Grillo sul social network , il comico genovese è passato al contrattacco. E lo fa sul web. Croce e delizia del leader del Movimento Cinque Stelle. Sul blog di Grillo questa mattina è comparso una scheda su Marco Camisani Calzolari.

Il docente dello Iulm e guru della ricerca sul web in Italia, viene dipinto come uno “studioso di parte”. Gli elementi a suo carico portati dal pm Grillo sul tribunale del web sono sempre gli stessi. Anche Camisani Calzolari sarebbe “vicino a Berlusconi”. Le prove sembrano inconfutabili. Secondo Grillo il professore sarebbe il fondatore del sito forzasilvio.it. Poi sarebbe anche colpevole di avere espresso, da libero cittadino, un’opinione sul libro del Cavaliere “L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”. Nel testo sono stati citati alcuni messaggi lasciati dagli utenti al sito forzasilvio.it. Camisani Calzolari su questo punto avrebbe detto che si trattava di “un bell'esempio di convergenza analogico-digitale per portare agli analogici il pensiero dei digitali". Un commento da esperto di comunicazione e non da politico. Su queste accuse Grillo condanna Camisani Calzolari come berlusconiano.

Il Prof quindi deve difendersi e lo fa immediatamente sul suo profilo Facebook. “Io non ho creato forzasilvio.it e non sono consulente delle attività digitali, ne del PDL ne di Berlusconi. Una delle mie tre aziende è in Italia e si chiama Speakage, produce solo software web e mobile”. Software, piattaforme e non campagne elettorali. “Realizzo piattaforme simili a quelle prodotte da Wordpress o Joomla, che permettono alle aziende di costruirci un sito sopra e di creare contenuti”, spiega. La Speakage produce la scatola e non cosa ci metti dentro. “Speakage ha fornito nel 2008, come a decine di altri – continua Camisani Calzolari - clienti nel mondo, la piattaforma al PDL, che l'ha usata per creare forzasilvio.it. Speakage non ha nulla a che fare con i contenuti e non ha alcun incarico relativo alle strategie che ci sono dietro. “ Inoltre il professore afferma anche l’ imparzialità nelle ricerche citando un altro studio di qualche mese fa: “In una ricerca analoga, presentata circa un mese fa, in cui sono state prese in analisi le aziende e non i politici, è emerso che il miglior cliente di Speakage, IKEA, era prima nella lista di chi ha più presunti robot".

A Grillo però proprio non va giù lo studio del Prof. Stamattina su Twitter il comico aveva “cinguettato” che sarebbero partite querele. Intanto la polemica continua. Sul web in tanti si chiedono se la ricerca abbia usato metodi scientifici. In un articolo apparso su Linkiesta ci si limita a dire che i parametri sono insufficienti perché evidenziano come robot i profili dei followers che non presentano un’immagine nel profilo, un indirizzo fisico, una biografia, l’aver scritto più di 50 post, avere almeno 30 follower, usare la punteggiatura e gli hashtag. Questi citati sono solo sette indicatori della ricerca che permettono di distinguere un profilo umano da quello robot. In realtà all’appello ne mancano altri 15. Non pochi. Oltre a queste caratteristiche un utente per essere “umano” deve essere geolocalizzato, contenere un URL, appartenere ai “preferiti” di un altro utente, usare un iPhone o un Android per cinguettare, postare con Foursquare o Instangram, usare il sito Twitter.com, avere scritto la userID di un altro utente dentro un post, avere un numero di follower che se moltiplicato per 2 è maggiore dei following , avere pubblicato contenuti che non contengono URL, avere almeno un post retwittato da altri utenti, e infine avere avuto accesso a twitter attraverso clients diversi.

Parametri un po’ più tecnici che non si riducono solo alla semplice mancanza di foto, biografia o punteggiatura. La battaglia sul web comunque va avanti. Ma dalla furia di Grillo sembra che l’autogol ormai è stato fatto. Camisani Calzolari è stato solo arbitro?

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