Grillo: "Nessuna alleanza con Di Pietro. Ai grillini vietato andare in Rai, Mediaset e La7"

Dopo il vocabolario per i giornalisti arriva il "libretto rosso": vietato partecipare ai talk show di Rai, Mediaset e La7, nessun accordo con Di Pietro, no alle primarie

Continua la pubblicazione della manualistica a Cinque Stelle. Dopo il vocabolario per il giornalista grillianamente-corretto, ora arriva "Beppe Grillo for Dummies", il "libretto rosso" dell'ex comico. Un vero e proprio editto. Ma anche un manualetto esplicativo per i duri di comprendonio che, si sa, per i grillini sono tutti quelli che non sono veramente grillini. Giornalisti in testa e dissidenti come la Salsi e Tavolazzi a seguire. "Non tutti capiscono, non tutti vogliono capire, i più disinformano a pagamento sui giornali e nei salotti televisivi controllati dai partiti", principia così, Beppe Grillo, il pedagogico post pubblicato sul suo blog. Ce n'è per tutti i gusti: dalle primarie, che non si devono fare perché il M5S non ha bisogno di leaderini, ai mandati, che sono due e non si possono interrompere per inseguire altre candidature, fino agli emolumenti (un grillino non guadagnerà più di 5mila euro, il resto dello stipendio allo Stato. Ma tutti gli altri rimborsi di cui godono i deputati?). E ovviamente la televisione. Che, a breve, sarà vietatissima.

L'alfabeto grillino parte con la D, ed è una bella mazzata all'ex amico, poi nemico e in futuro chissà, Antonio Di Pietro. A pochi giorni di distanza dalla candidatura al colle più alto ora Beppe Grillo lo scarica e lo abbandona ai suoi destini (elettorali, s'intende): "Antonio Di Pietro ha la mia amicizia, ma il M5S non si alleerà nè con l'IDV, nè con nessun altro". Capitolo chiuso? Non è detto, il rapporto tra l'ex comico e l'ex pm è una love story che, tra prendi e molla, continua da quattro anni.

Poi, lettera dopo lettera, il post di Grillo assume sempre più le fattezze di un editto inquietante, una lunga lista di divieti che coccia con la tanto sponsorizzata iperdemocrazia. A partire dal grande tabù del Movimento 5 Stelle: i talk show. Il terrore di Grillo è il confronto. Va bene il dialogo via web, ma quando si cambia tavolo e ci si sposta in tv l'alchimia a cinque stelle non funziona più."T come Televisione: non sono "vietate" interviste di eletti del M5S trasmesse in televisione per spiegare le attività di cui sono direttamente responsabili". Sembra una concessione, ma non la è. "E' fortemente sconsigliata - ammonisce con tono minaccioso - (in futuro sarà vietata) la partecipazione ai talk show condotti abitualmente da giornalisti graditi o nominati dai partiti, come è il caso delle reti RAI, delle reti Mediaset e de La7". "Fortemente sconsigliata" suona come una minaccia. Cosa succederà a chi infrangerà l'editto? Ma, soprattutto, chi valuterà la "bontà" del giornalismo e la sua compromissione con la politica? Ancora una volta il pallino torna nelle mani del padre padrone del Movimento che, d'imperio, deciderà chi e come buttar fuori o lapidare pubblicamente. Eccola qui, la democrazia diretta.

Ma lo sfogo non è ancora finito. Sulla pagina Facebook di Grillo compare, poche ore dopo, un altro attacco alla tv: "Queste macchiette (i giornalisti, ndr) fanno comizi politici (ma il termine antipolitici è più appropriato in quanto fanno gli interessi di gruppi politici o economici) tutti i giorni, dal mattino presto a notte fonda spacciandoli per informazione. Uomini di alta e autoproclamata cultura che, dall’alto dei loro valori morali, etici, sociali e soprattutto di appartenenza, sono pagati profumatamente per il servizietto pubblico al Bersani, al Renzi, al Casini di turno.

Lerner, Fazio, Formigli, per citare solo alcuni della truppa cammellata che imperversa nel piccolo schermo, sono le nuove fate smemorine il cui compito è trasformare delle zucche vuote in statisti e attaccare con qualunque mezzo e ferocia chi mette in discussione il Sistema (del quale sono i pretoriani) e proteggere il loro portafoglio". Ce la farà Grillo a fuggire per sempre dal confronto in tv?

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