Volano gli stracci tra il Pd e il Movimento 5 Stelle. Il primo ad accendere le polveri è stato Bersani, che aprendo la Festa democratica a Reggio Emilia si è rivolto ai grillini, senza nominarli direttamente, chiamandoli "fascisti del web". Poi, non contento, ha alzato il tono della sfida: "Venite qui a dire che siamo degli zombie". Si riferiva ad alcuni commenti negativi alla festa del suo partito comparsi su internet negli ultimi giorni. Ma era Grillo il suo vero bersaglio. Che già da tempo, col suo vezzo di affibbiare un nomignolo a tutti gli avversari, chiama "Zombie" il segretario del Pd.
Grillo se l'è presa. E in meno di 24 ore ha vergato una risposta molto dura e l'ha pubblicata sul suo blog. Il pezzo si intitola "Fassista!" e prend ein giro, fin dalla prima parola, la pronuncia emiliana di Bersani. "Fatemi capire - scrive Grillo - se Bersani viene accomunato a uno zombie politico (tesi supportata dalla sua storia passata e recente) è un insulto gravissimo, se invece Bersani considera il Movimento 5 Stelle alla pari del nuovo Partito Nazionale Fascista è normale dialettica".
"A Bersani - prosegue il comico-politico - non mi sognerei mai di dare del fascista, gli imputo invece di aver agito in accordo con ex fascisti e piduisti per un ventennio, spartendo insieme a loro anche le ossa della Nazione. Anni in cui non c'è traccia di leggi sul conflitto di interessi o contro la corruzione. Violante e D'Alema sono stati le punte di diamante del pdl/pdmenoelle. Bicamerale, garanzia delle televisioni a Berlusconi, concessione delle frequenze televisive all'uno per cento dei ricavi". Poi va avanti ponendosi alcune domande: "E lo Scudo Fiscale, passato grazie alle assenze dei pidimenoellini? E le decine di volte in cui il governo Berlusconi poteva essere sfiduciato, ma i pdimenoellini erano sempre altrove?"
La tesi di Grillo è questa: Bersani la smetta di fare il furbo, nel corso degli anni lui e il suo partito sono andati avanti facendo numerosi accordi con il centrodestra. Dunque stia zitto. Il comico genovese ricorda poi a Bersani di aver presentato tre leggi di iniziativa popolare, nel 2007, per eliminare dal parlamento i condannati, far scattare un numero massimo di mandati (due) ed eleggere direttamente ai cittadini gli onorevoli. Ma quelle proposte non sono state discusse. E Grillo si chiede: "Chi è il fassissta, caro Bersani? Chi ha ignorato 350.000 firme?". Non è ancora andato giù, a Grillo, il fatto che gli sia stato impedito di correre per la segreteria del Pd. E anche questo ricorda oggi a Bersani. Ponendogli sempre la stessa domanda: "Chi era il fassissta, caro Bersani?". E va avanti con altri esempi...
Alla fine, rivolgendosi al leader del Pd, fa salire il livello dello scontro: "Si rassicuri, lei non è un fascista. E' solo un fallito. Lo è lei insieme a tutti i politici incompetenti e talvolta ladri che hanno fatto carne da porco dell'Italia e che ora pretendono di darci anche lezioni di democrazia". E si lascia andare a un sinistro presagio: "Per rimanere a galla farete qualunque cosa".
Lo scontro è durissimo. E andrà avanti, così, fino alle elezioni. Tanto che anche il laeder dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro ci si infila dentro prendendo le difese del comico genovese e invitando il segretario del Pd a "capire il dissenso e non zittirlo". "Bersani si comporta come il bue che dice cornuto all’asino: da una parte si allea con il centrodestra per governare, dall’altra accusa noi di essere di destra", accusa l'ex pm sottolineando che a protestare non sono i fascisti, ma "i cittadini esasperati".
Da parte sua, Bersani ha capito che non può permettersi il lusso di perdere altri voti, dal suo bacino elettorale, a favore di Grillo. E Grillo, che nel 2013 vuole fare il botto, portando un nutrito manipolo di suoi uomini a Roma, non intende mollare la presa. Sa che deve picchiare duro e va avanti senza fare sconti. Costi quel che costi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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