"Hanno fatto il loro dovere". Tajani smonta le polemiche su Guardia Costiera e Finanza

Antonio Tajani ha ribadito l'incondizionato appoggio suo e del governo alla guardia costiera e di finanza, ingiustamente sotto accusa per la tragedia di Cutro

Immagine di repertorio
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Nonostante gli attacchi pretestuosi e ingiusti piovuti sulle forze militari marittime italiane nelle ultime settimane da parte di opposizioni e organizzazioni private, che hanno il solo scopo di destabilizzare il governo, l'esecutivo è compatto nel difendere guardia costiera e guardia di finanza. Il lavoro svolto da questi due corpi è da sempre stato un vanto per il Paese, come dimostra l'impegno profuso negli ultimi giorni davanti all'impennata di intercettazioni di barchini in mare. Il caso di Cutro è oggetto di un'indagine da parte della procura, ma Antonio Tajani, intervistato da Radio24, non ha dubbi: "Non c'è stato un attimo nella tragedia di Cutro in cui guardia di finanza e guardia costiera non abbiano fatto il loro dovere".

Parole nette, che non lasciano spazio a dubbi o interpretazioni, quelle del ministro degli Esteri. D'altronde, le evidenze riportano che i nostri due corpi hanno rispettato quanto il protocollo prevede in situazioni come queste. Dopo la segnalazione di Frontex sull'avvicinamento di questa nave, su cui non si sapeva nulla, "due navi sono uscite per individuarla ma non è stato trovato nessuno. Questa nave è arrivata poi sino a poche decine di metri della terraferma e, vedendo delle luci, gli scafisti hanno fatto un'improvvisa virata e il natante è andato a infrangersi contro una secca". La ricostruzione fatta dal ministro è quella che emerge dai racconti e dalle evidenze finora raccolte, in base alle quali fino a pochi secondi dalla secca il caicco non era in pericolo e la sua navigazione procedeva regolarmente.

Tajani sottolinea che "guardia di finanza e costiera non hanno alcune responsabilità: c'è stata una critica ingiustificata". Una tesi condivisa da tutto l'esecutivo, schierato senza eccezioni al fianco di questi uomini e donne che ogni giorno vivono al mare in tutte le sue sfaccettature, anche quelle più rischiose. "Sono marinai e i marinai non avrebbero mai rinunciato a salvare delle persone", ribadisce il ministro, che sottolinea l'ovvietà che non viene considerata da chi punta il dito contro i due corpi militari italiani: "L'incidente non è avvenuto a 100 o 50 miglia, ma davanti alle coste perché è stata effettuata una manovra sbagliata".

E per quanto riguarda il necessario intervento dell'Europa, che l'Italia aspetta e su quale il premier sta lavorando fin dal suo insediamento, Tajani plaude alla lettera inviata da Ursula Von der Leyen al presidente del Consiglio, che va nella direzione di un sostegno, anche economico, all'Italia per fronteggiare la questione dell'immigrazione:

"La situazione è preoccupante, l'Europa deve accorgersene. L'Italia continuerà a porre fortemente il problema ma non può essere lasciata da sola perchè i 7 mila chilometri di costa sono anche frontiere europee".

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