RomaL'ombra dei preti pedofili si allunga sul prossimo Conclave. E riporta all'attenzione uno dei mali della Chiesa che forse è alla base delle dimissioni di Benedetto XVI. Proprio lui, che da cardinale fu considerato troppo «giustizialista» verso i religiosi accusati di molestie sessuali.
Il caso che provoca polemiche e imbarazzi è questo: tra i 117 cardinali che sceglieranno il nuovo Papa ci sarà Roger Mahony, ex arcivescovo di Los Angeles accusato di aver coperto 129 casi di abusi sessuali su minori. Una fatto che ha già suscitato proteste oltreoceano e in casa nostra. Negli Usa il gruppo Catholics United ha lanciato una petizione per chiedere che il porporato statunitense rinunci al ruolo di «elettore». E in Italia Famiglia Cristiana pubblica un ampio dossier sulla vicenda, aprendo un sondaggio online per chiedere agli utenti di esprimere la loro opinione: Mahony al Conclave sì o no?
Il cardinale arriverà a Roma il 26 febbraio, due giorni prima dell'addio di Ratzinger. Ma il prossimo sabato testimonierà in tribunale sotto giuramento sul caso di un prete messicano, Nicolas Aguilar Rivera, accusato da un uomo di averlo molestato negli anni Ottanta e sospettato di aver abusato di altri 26 ragazzini. Mahony dovrà rispondere anche su altri 25 sacerdoti sospettati di molestie.
Il cardinale ha già deposto per questo tipo di vicende, ma quella del 23 febbraio sarà la prima volta dopo che la diocesi, ora guidata da Josè Gomez, ha pubblicato a fine gennaio 12mila pagine di documenti prima segreti su come la Chiesa ha gestito i casi di sacerdoti accusati di pedofilia. Atti che si traducono in una pubblica accusa contro Mahony, anche se risulterebbe che più volte tentò di ottenere dal Vaticano la rimozione dei preti. «Chiedo la grazia di sopportare l'umiliazione», scrive il cardinale sul suo blog. Mahony, 77 anni, è stato arcivescovo di Los Angeles dal 1985 al 2011, poi Benedetto XVI ha nominato Gomez, che l'ha riconosciuto responsabile del grave insabbiamento e lo ha sollevato da tutti gli incarichi pubblici.
Nella Cappella Sistina ci saranno, con Mahony, altri personaggi simbolo in positivo e in negativo della vergogna dei preti pedofili. Campione della lotta agli abusi è il cappuccino Sean O'Malley. A Boston ha restituito credibilità alla Chiesa, dopo la «fuga» a Roma del suo predecessore Bernard Law, inseguito dalle cause per risarcimento, anche vendendo l'episcopio per indennizzare le vittime e trasferendosi a vivere in seminario. Il domenicano Christopher Schoenborn, allievo prediletto di Papa Ratzinger, ha una storia emblematica: Giovanni Paolo II nel 1994 lo nominò vescovo ausiliare di Vienna, quando sul cardinale Hans Groer cominciavano a girare voci inquietanti su accuse che poi lo travolsero fino alle dimissioni e al ritiro in convento. Ma al Conclave siederà anche il primate irlandese Sean Brady, al quale il Papa ha affiancato un coadiutore con pieni poteri perché responsabile di almeno un insabbiamento e l'ex arcivescovo di Bruxelles Godfried Dannells, su cui pesano le stesse accuse.
Ratzinger lascia alla Chiesa un'eredità «irremovibile» sui preti pedofili, dice Charles Scicluna, promotore di giustizia dell'ex Sant'Uffizio per 10 anni, perchè «si è impegnato con molto coraggio a rompere la cortina di silenzio».
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