"Ho subito in prima persona il terrorismo. Dal leader 5 stelle parole intollerabili"

Olga D’Antona, moglie del professore assassinato dalle Brigate rosse nel 1999: "Da donna di sinistra dico che bisogna tenere alta la guardia"

Olga D'Antona
Olga D'Antona
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Due cattivi maestri a distanza di mezzo secolo, e si parla sempre di passamontagna. Sono passati cinquant’anni da quando il professor Toni Negri incitava ad armarsi i militanti dell’Autonomia, «mentre mi calo il passamontagna sento il calore della comunità operaia». E lo stesso simbolo guerrigliero rispunta nelle parole di Beppe Grillo, che nel suo comizio di sabato invita a passare alle vie di fatto contro il governo che vuole smantellare il reddito di cittadinanza: «Fate le brigate di cittadinanza, mettetevi il passamontagna e di notte, senza farvi vedere, fate i lavoretti, sistemate i marciapiedi. Reagite».

Parola da brividi per tutti e soprattutto per chi come Olga D’Antona ha vissuto nel modo più tragico gli anni di piombo: suo marito era Massimo D’Antona, giurista specializzato in diritto del lavoro, consulente del governo guidato da Massimo D’Alema, assassinato dalle Brigate Rosse a Roma la mattina del 20 maggio 1999. Negli anni successivi sua moglie è stata parlamentare prima per i Ds e il Pd: e in quella veste si indignò per la scelta di Piero Fassino di invitare su un palco Adriano Sofri, il mandante del delitto Calabresi. Ieri è in vacanza, e la notizia del proclama del fondatore del Movimento 5 Stelle le arriva in ritardo. La prima reazione è l’incredulità.

«Ha detto davvero così? »

Purtroppo.

«Cosa posso dire... Siamo davvero aldilà dell’immaginabile. Le parole di Grillo non possono essere equivocate, sono molto chiare. E sono chiaramente un richiamo all’eversione».

Una pagina terribile della storia di questo paese.

«Esatto, noi ci siamo passati e questo rende ancora più inaccettabili le parole di Grillo. Sia chiaro: anche io penso che sia giusto vigilare sull’operato del governo di centrodestra, odi destra che sia. Hanno vinto le elezioni, hanno il diritto di governare, ma da donna di sinistra dico che bisogna tenera alta la guardia perché ci sono valori che non possono essere messi in discussione, specie nel campo dei diritti civili. Uno dei diritti civili negati ad esempio è il diritto all’esistenza di un bambino solo perché ritenuto colpevole di avere due genitori dello stesso sesso. Ma davanti alle parole di Grillo dico che evidentemente siamo chiamati ad una doppia vigilanza: da una parte verso i rischi autoritari del governo, e dall’altra verso la deriva di chi per contestare questo governo rispolvera le parole d’ordine di un’epoca buia».

Giuseppe Conte ha difeso Grillo, accusando chi lo ha criticato di fare della «falsa opposizione». Davvero per battere la Meloni serve infilarsi il passamontagna?

«Non diciamo assurdità. Finché saremo in una democrazia, saranno garantiti tutti gli strumenti perché l’opposizione possa fare il suo lavoro in modo intransigente e pacifico. La pace prima di tutto, la democrazia prima di tutto».

In Italia c’è qualcuno pronto a raccogliere l’appello di Grillo? O siamo un po’ come nel caso dell’anarchico Alfredo Cospito, davanti a proclami deliranti destinati a cadere nel vuoto?

«Il caso di Cospito è diverso, lì era evidente che a poter dare retta ai suoi messaggi erano solo sparute frange, lui ha fatto le sue scelte pronto a pagarne le conseguenze; umanamente mi dispiace, perché comunque l’obiettivo di un carcere più umano deve riguardare tutti. Che a dire certe cose sia Grillo è invece molto più grave, perché lui ha un pubblico più grande che lo sta a sentire. Certo, mi auguro che il suo pubblico sia sempre più ristretto ma per ora c’è, esiste. Per questo dico che da questo momento siamo chiamati a vigilanza doppia, da un lato contro le scelte del governo, dall’altro contro derive estremiste e violente dell’opposizione».

Il Pd può allearsi col partito guidato da uno che invita a mettersi il passamontagna e a fare le «brigate»?

«Io sono fuori dalla politica e non dò consigli a nessuno. Il problema è che abbiamo una legge elettorale che costringe a fare delle alleanze, non tanto in vista delle europee del prossimo anno quanto delle scadenze successive.

Come si concilia questa necessità con il fatto di avere un interlocutore che dice cose che sono intollerabili? Io credo che il Partito democratico abbia l’esperienza anche per rispondere a questa domanda». Inserisci i destinatari Oggetto della mail Contenuto della mail

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