«Noi dalla torre di San Marco non intendiamo muoverci. Staremo qui, pacificamente, ma vogliamo renderci visibili». Così Lucio Colletti, uno dei lavoratori della Vinyls di Porto Marghera, che ieri pomeriggio hanno occupato la torre di San Marco a Venezia, per protesta contro l'impasse in cui si trovano insieme con altri 160 colleghi. «Siamo costretti a proteste eclatanti - spiega Colletti - come quelle dei colleghi che per 5 mesi anno occupato l'Asinara. Qui stanno chiudendo tutto, e ci costringono anche a fare le bonifiche. I commissari non ci pagano, gli unici soldi che ci hanno dato sono stati 100 euro ieri per pagarci il pullman». E hanno esposto dalla torre lo striscione «Vinyls vergogna», perché, come spiega Nicoletta Zago, «è una vergogna che va avanti da tre anni - ha raccontato Nicoletta Zago -. Sono cinque mesi che non percepiamo né cassa integrazione né stipendio ma andiamo lo stesso a lavorare. Siamo in cassa integrazione dal 2009 e nessuno ci dice come stanno le cose. Ci stiamo ammalando fisicamente e mentalmente, siano stanchi ma non rassegnati».
I dipendenti della Vinyls, azienda petrolchimica di Porto Marghera commissariata da tre anni e ormai sull'orlo della chiusura, aspettavano un incontro con governo che è saltato e ora chiedono l'intervento delle istituzioni locali e del prefetto. I tre operai, che erano saliti sul campanile confusi fra i turisti, sono stati visitati in serata da monsignor Meneguolo, dalla Curia di Venezia. Il sacerdote ha voluto conoscere il loro stato di salute e ha espresso solidarietà per la crisi della loro azienda. Sul posto si sono recati anche alcuni esponenti politici e rappresentanti dei sindacati, oltre ai funzionari della questura che hanno fatto sgomberare il campanile e lo presidiano.
Non è la prima volta che i tre si rendono protagonisti di proteste eclatanti.
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