I cattolici democratici? Permalosi e vendicativi

Da Prodi a Rosy Bindi, l’antropologia dei credenti di sinistra: cattivi e con poco senso dell’umorismo. E Riccardi è soltanto l’ultimo esempio

I cattolici democratici?  Permalosi e vendicativi
Ipotesi: i cattolici di sinistra apparten­gono a una specie a parte. Non che costi­tuiscano una razza, ci mancherebbe, ma delineano forse una antropologia. Hanno cioè qualcosa che li distingue. Che cosa? Una certa viperesca cattive­ria. A chi penso? A Romano Prodi, certa­mente, che malgrado la sovrastimata aria paciosa da mortadella, è cattivissi­mo e se la lega al dito. Ma non solo a lui. A questa cattiveria corri­sponde un noto effetto collatera­le: assenza del senso dell’umori­smo.

È vero, anche Mario Monti è cattolico, ma non fa parte della covata di sinistra e infatti sfoggia con eleganza un freddo senso dell’umorismo all’inglese e da pro­fessore universitario. I cattolici di sinistra sono persone - peral­tro rispettate e rispettabili - come il vicepresidente della Camera e presidente Pd Rosy Bindi (ride con gusto, ma soltanto se la risata è di parte, della sua parte) oppure il ministro Andrea Riccardi che ie­ri l’altro è diventato protagonista di un fastidioso episodio che monta di ora in ora. È noto ma lo riassumiamo: si è fatto sentire dai giornalisti parlamentari men­tre diceva che la politica e i politi­ci gli fanno schifo, riferendosi in particolare al segretario del Pdl Angelino Alfano che per suoi mo­tivi politici ( su cui si può dissenti­re o consentire) ha disdetto un vertice con il presidente Monti e gli altri segretari politici, per sue valutazioni politiche.

In democrazia è così: i politici agiscono per motivi politici e si beccano senza batter ciglio le cri­tiche anche feroci degli avversa­ri. Avrà fatto bene? Avrà fatto ma­le? È una questione politica. Ric­cardi, che è un bravo tecnico e a me personalmente molto simpa­tico, non è invece un politico per­ché­non ha legittimazione demo­cratica (nel senso che non l’ha eletto nessuno) e dunque ha fat­to malissimo a impicciarsi in mo­do malaccorto di una faccenda politica fra politici per poi comu­nicare al mondo la sua nausea e il suo schifo, salvo aggravare poi la sua posizione perché, anziché smentire come richiedono le re­gole, ha preferito confermare declassando goffamente i suoi ma­lori di stomaco al livello delle chiacchiere da bar, benché fosse­ro presenti altri due ministri, Severino e Balduzzi. Tutto ciò è sta­to detto e sottolineato in modo molto fermo e severo dall’impo­nente deputato Crosetto.

Ma al di là del fatto che quel commento nauseato era impro­prio, imprudente, inopportuno e incompatibile con la funzione di ministro «tecnico e non politico» (non si può manifestare schifo per chi in Parlamento ti dà i voti grazie ai quali tu esisti)c’è la questione di cui dicevamo all’inizio. La cattiveria sprezzante, corpora­le, dei cattolici di sinistra. Anche grandi uomini della sinistra catto­lica del passato come La Pira e Dossetti, gente di primissimo or­dine, avevano in comune la quasi assoluta impermeabilità all’ironia, alla leggerezza, al senso del­l’umorismo e anche della tolle­ranza per l’avversario. Quando i democristiani di allora ebbero nelle loro file un cattolico dotato di una ironia sferzante e un senso dell’umorismo da premio Nobel, Mario Melloni, lo misero in fuga e quello diventò il corsivista prin­cipe dell’ Unità . Tutti i membri di quella antropologia manifesta­no o hanno manifestato forti idee sociali intransigenti e tassative, ma sopra tutto una velenosa voglia di colpire con rabbia.

Vittorio Messori, un grande in­­tellettuale cattolico, diceva sedi­ci anni fa in una intervista al Mon­do mentre Romano Prodi era al governo: «Temo molto più un cat­tolico di sinistra di un postcomu­nista. È un gruppo ristretto di gen­te che scrive sui giornali, va in tv, guida organizzazioni, mentre la maggioranza dei cattolici, che non partecipano alla vita della parrocchia, non si riconosce in Prodi, anzi». E ancora: «C’è sem­pre un certo ritardo del mondo clericale, che in fondo ha resisti­to 200 anni alla modernità, per scoprirla con il Concilio Vatica­no II quando questa stava per mo­rire. Oggi gli ultimi maoisti sono i frati sudamericani, le ultime a credere nella psicanalisi sono le suore americane. Ecco perché te­mo molto più un cattolico di sini­stra di un postcomunista. È gente che ancora non ha scoperto che dietro termini come solidarietà e stato sociale, così nobili da appa­­rire evangelici, in realtà c’è il truc­co. Una mistificazione che spac­cia per solidarietà le pensioni ai quarantenni o ai falsi invalidi». Messori non indicava allora l’astiosità,per non dire la cattive­ria di questa tipologia, ma lo fac­ciamo noi perché ci è parso di leg­gere proprio nelle parole di Ric­cardi quando si esprime in quel modo così corporeo e schifato ­nausea, vomito - l’inclinazione scatologica che confina nello scherzo da prete, una figura reto­rica del mondo parrocchiale di base fondato sui calci negli stin­chi, molta retorica sulla povertà e la ricchezza, la prima sempre san­ta e la seconda sempre merda del diavolo.

Ora nel Pdl raccolgono le firme per sfiduciare Riccardi e mi sem­bra un’esagerazione frutto di una simmetrica carenza di ironia e vitamina bi-dodici.

Spero che prevalga il senso dell’umorismo, prima ancora del buon senso. Proporrò personalmente una leg­gina per dotare il ministro di un sacchettino da vomito di quelli da aereo, da usare obbligatoria­mente quando metterà piede in Parlamento.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica