«Sono un pellegrino e voglio andare a pregare da pellegrino tra gli altri pellegrini. Lasciate la basilica aperta». Erano da poco passate le otto del mattino quando Papa Francesco ha varcato la soglia della chiesa di Santa Maria Maggiore per inginocchiarsi all'altare della Madonna dove ha deposto un mazzo di fiori. Per compiere il tragitto aveva voluto una normale vettura del governatorato, rifiutando quella solenne targata «Scv1». Anche la sera prima dopo la benedizione Urbi et Orbi, aveva scansato il macchinone per tornare nella Domus Santa Marta salendo sul pulmino con gli altri cardinali. Che, terminata la cena, ha bonariamente rimproverato per quanto avevano appena fatto: «Che Dio vi perdoni».
Sono trascorse appena 36 ore dalla sua elezione e il nuovo Papa ha già scardinato una serie di regole e abitudini «inviolabili» dell'aristocratico e a volte ridondante cerimoniale vaticano. Un ciclone di semplicità. La ventata di un'umiltà intrinsecamente riformatrice, come si è visto fin dai primi gesti. A cominciare dall'altra sera nella piazza San Pietro avvolta nell'abbraccio di una profonda comunione. Il dolce stil novo di Papa Francesco non è qualcosa di studiato a tavolino per impressionare l'opinione pubblica. La sobrietà non è una tecnica o l'esito di un moralismo. È semplicemente il suo modo di essere. Un Papa francescano nel nome e nel comportamento. Anche ieri ha esortato i suoi connazionali argentini a rimanere a casa e distribuire ai poveri i soldi del viaggio a Roma per festeggiarlo. L'aveva già fatto nel 1998 quando Giovanni Paolo II l'aveva creato cardinale e i suoi fedeli volevano accompagnarlo in Vaticano.
Un Papa low cost, insomma. Lungi da lui volerla impartire, le prime azioni di questo «pontefice dell'altro mondo», contengono una formidabile lezione per tutte le caste del nostro borioso Paese. Per chi volesse coglierla, una lezione di stile e sostanza. Buona per la casta della politica che già oggi vedremo all'opera. A pochi passi da qui, dall'altra parte del Tevere, si consumerà infatti il rito d'insediamento del nuovo Parlamento repubblicano. C'è da scommettere che i nuovi «onorevoli» (grillini compresi?) penseranno per prima cosa ad assicurarsi prebende e privilegi, dalle tessere per i viaggi in treno e in aereo ai telepass gratuiti. Meschini simboli di potere e del «lei non sa chi sono io».
Dopo aver pregato sull'altare al quale sant'Ignazio di Loyola, fondatore dei gesuiti, celebrò la sua prima messa, all'uscita da Santa Maria Maggiore Papa Bergoglio ha impartito la benedizione a una donna incinta di cinque mesi che gliel'ha chiesta dopo esserselo trovato davanti. Poi è passato alla Casa del Clero, dove alloggiava prima di entrare in Conclave, per ritirare le valigie e pagare il conto «per dare il buon esempio», ha scherzato padre Lombardi nel briefing con i giornalisti. Nel pomeriggio Bergoglio ha celebrato con i cardinali la prima messa da «vescovo di Roma». Niente omelìa distribuita in anticipo, però. «Credo che sarà svolta con una certa spontaneità», aveva premesso il direttore della sala stampa. E spontaneamente Papa Francesco ha detto ai cardinali che «senza Gesù Cristo diventeremo una Ong pietosa, ma non la Chiesa del Signore. Senza la croce del Signore siamo mondani. Siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli del Signore».
Semplicità e spontaneità in tutto, dunque. Anche nella scelta dell'abbigliamento. Già al momento della vestizione nella stanza delle Lacrime non ha voluto indossare la tradizionale mozzetta e la croce d'oro, preferendo mantenere la sua, di ferro. C'è d'attendersi una robusta sfrondatura di orpelli e burocrazie del cerimoniale. Sicuramente ci saranno meno addetti al servizio pontificio e alle scorte (altro status symbol delle nostre caste). «Il suo modo di spostarsi in auto è diverso da quello che era stato usato fino ad oggi», ha confermato padre Lombardi.
«Gli uomini della sicurezza cercano di capire cosa vuole effettivamente fare Papa Francesco e devono adattare il loro servizio al suo stile». In serata il pontefice si è recato nell'appartamento papale per «togliere i sigilli» e permettere l'inizio dei lavori di ristrutturazione. Che saranno «semplici e rapidi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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