RomaUn ciabattino che guadagna più di un sarto. Un gelataio più di un gioielliere. E su tutti, il lavoratore dipendente: con i suoi 20mila euro è il più ricco di tutti. È lo spaccato sui redditi d'impresa degli italiani, offerto dal ministero dell'Economia.
Un ciabattino dichiara in media 10.800 euro all'anno. Un sarto, 8.600. Chi gestisce un bar od una gelateria denuncia al Fisco 17.800 euro. Il suo vicino gioielliere, 500 euro in meno. L'antiquario non arriva a 10mila euro, il libraio fatica ad arrivare a 9 mila.
Chi gestisce un circolo sportivo riesce appena a chiudere in attivo il bilancio, con una dichiarazione di 400 euro all'anno. Mentre sono drammaticamente «in rosso» discoteche e Spa (centri di benessere): hanno chiuso il 2011 (ultimi dati disponibili) con una perdita di 1.300 euro. Peggio di loro solo i pescatori, che hanno segnalato al Fisco una perdita d'esercizio per 1.400 euro.
L'elenco potrebbe continuare con i tassisti, che dichiarano 15.600 euro all'anno; o con i noleggiatori di auto, con 5.300 euro. Ma l'obbiettivo sotterraneo del ministero dell'Economia sembra essere quello di preparare il terreno ad una profonda rivisitazione delle agevolazioni fiscali a favore delle imprese. Simili risultati nelle dichiarazioni dei redditi, infatti, sono soprattutto frutto di una serie di benefici tributari riconosciuti a questa o quella categoria. Con il risultato che - complice anche la crisi - determinate figure professionali hanno potuto abbattere il proprio imponibile dedicato a tassazione. Va meglio la situazione per i soggetti agli studi di settore. Il loro reddito totale dichiarato è stato pari a 106,2 miliardi di euro, con un aumento dell'1,3%. Il loro reddito medio è stato pari a 28.000 euro per le persone fisiche (+2,4% rispetto al 2010), 38.400 euro per le società di persone (+2,2%) e 32.000 euro per le società di capitali (+1,3%).
Se si guardano i dati nel dettaglio, dividendolo per l'attività esercitata, il reddito medio più elevato arriva dai professionisti: hanno dichiarato 49.900 euro, con un aumento dello 0,8%, rispetto all'anno precedente. Subito dopo, li segue il settore delle attività manifatturiere, con 32.800 euro, con un incremento del 12,4%. Al terzo posto c'è il settore dei servizi, con i loro 27.300 euro, vale a dire una crescita dell'1,6%. Mentre il reddito medio dichiarato più basso si è registrato dal commercio che aderisce agli studi di settore.
Un fenomeno che trova riscontro nel dato di reddito d'impresa dichiarato; che fa di un ciabattino più ricco (o più sincero) di un sarto, di un libraio, di un antiquario.
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