I mercati sapevano che Draghi non avrebbe deluso le attese, ma la prudenza - dopo oltre due anni di delusioni - ha indotto gli operatori alla cautela. I veri acquisti sono partiti solamente dopo che la Bce ha annunciato l'acquisto illimitato di titoli di Stato di Eurolandia a breve scadenza. Con lo spread sotto controllo il differenziale tra i rendimenti dei Btp decennali e del Bund tedesco è sceso quasi subito sotto la soglia dei 400 punti chiudendo a quota 370, mentre quello tra i Bonos spagnoli e le obbligazioni di Berlino è tornato su livelli più accettabili a 447 punti.
Anche le Borse hanno ovviamente festeggiato. Piazza Affari, dopo aver viaggiato per tutta la mattinata su un rialzo di poco superiore all'1%, nel pomeriggio ha registrato una forte accelerazione chiudendo con un sostanzioso +4,31% che ha riportato l'indice Ftse Mib a 15.780 punti, cioè su valori paragonabili a quelli dello scorso marzo prima della nuova recrudescenza della crisi da spread. Molto positive anche Madrid (+4,5%), Parigi (+3%), Francoforte (+2,9%) e Londra (+1,91%). Ma il segnale più importante - forse - giunge da Oltreoceano: Wall Street ha apprezzato l'azione di Draghi e gli indici Dow Jones e S&P500 si sono posizionato sui livelli più alti degli ultimi 4 anni registrando guadagni prossimi al 2 per cento.
L'acquisto di titoli di Stato per i Paesi Ue «virtuosi» ma in difficoltà non si riflette solo sugli indici di Borsa, sulle quotazioni dei Btp e sul mercato dei cambi (ieri l'euro si è rafforzato sul dollaro avvicinandosi a 1,265), ma anche sull'economia reale. Tutto il settore finanziario italiano ha beneficiato della «garanzia» Bce sui bond in portafoglio: una prospettiva che allontana lo spettro di nuove svalutazioni e, soprattutto, di nuovi tagli delle valutazioni da parte delle agenzie di rating. In grande spolvero, soprattutto, gli istituti più piccoli, quelli che hanno in pancia una quantità di Btp e Bot elevata rispetto alla loro quotazione in Borsa: Popolare Milano ha guadagnato l'11,1%, Bper il 9,9% e Ubi il 9,1 per cento. Benissimo anche le corazzate Unicredit (+8,1%) e Intesa Sanpaolo (+6%). Generali ha recuperato la soglia psicologica dei 12 euro (+6,2% a 12,19 euro), persa proprio a marzo.
«Il progetto di Draghi - spiega Marco Valli, capo economista Eurozona di Unicredit - rappresenta un credibile muro tagliafuoco che riduce il rischio di eventi negativi nel breve termine». Certo, aggiunge, «la probabilità che un Paese di primaria importanza per Eurolandia (cioè la Germania, ndr) freni le riforme o non dia il via libera agli aiuti condizionati esiste ancora, ma è l'unico rischio di cui i mercati dovrebbero tener conto».
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