Crozza, il vaccino che cura Lo stress da corsa al voto

Le copertine del comico a Ballarò meglio di un talk show: i tic dei politici messi alla berlina alleggeriscono la campagna elettorale

Crozza, il vaccino che cura Lo stress da corsa al voto

È il grande antidoto, una specie di vaccino. Se proprio non può prevenire la malattia, almeno ti aiuta a sopportarla. Maurizio Crozza è la cura omeopatica di questa estenuante campagna elettorale. Manca ancora un mese alla fine e siamo già sfiniti. L'ha detto anche lui, l'altra sera nella copertina di Ballarò che è ormai un appuntamento imperdibile della settimana televisiva (più del resto del talk show): lo scopo dei politici «non è convincerci, ma sfiancarci». Perché «la campagna elettorale è uno stato d'irrealtà, un'attenuante per tutto, fateci caso. Monti ha detto che abolirà l'Imu? Sì... ma in campagna elettorale. Bersani ha detto che non farà la patrimoniale? Sì... ma in campagna elettorale. Berlusconi farà un nuovo contratto con gli italiani? Sì, ma...». Crozza è in formissima, in stato di grazia come certi calciatori. Ogni palla che tocca la butta dentro. Ogni gag svela il tic di un personaggio, prende in giro uno stato d'animo collettivo. Senza livori, quasi con compassione ma con gran gusto del «pittoresco». La new entry più efficace del momento è Antonio Ingroia, il candidato indolente, il leader stanco e riluttante. Senta, dottor Ingroia, in Guatemala che cos'ha fatto, gli chiede Andrea Zalone. Lui sbuffa, temporeggia, inarca il labbro superiore schifato dalla domanda: «Avevo un importante incarico internazionale. Ero funzionario dell'Onu». Era un incarico prestigioso il suo... «Mah...». E quanto c'è rimasto in Guatemala? «Boh... Con tutti i bagagli... quattro ore». Ci vuole presentare i 15 provvedimenti del suo programma, almeno qualcuno? «Ora? Ma no... sono i soliti... Scuola, famiglia... c'è un po' di tutto, scelga lei...».
Qualche giorno fa su La7 Crozza ha sbertucciato i grandi elettori della lista Monti, molti con doppio cognome, Luca Cordero di Montezemolo, Marco Tronchetti Provera, Lidia Rota Vender, Ilaria Borletti Buitoni: «Il più povero possiede la Kamchatka. Ma non quella del Risiko...». Il premier se l'è legata al dito: Crozza è disinformato, ha replicato pochi minuti più tardi ospite di Lerner sulla stessa rete. Ma si sa, i comici hanno sempre l'ultima parola, tanto più in piena Telecampagna elettorale, quando i politici sono più fragili. «Monti è così tanto in televisione che anche se la spegni ti rimane l'alone per dieci minuti, la sagoma con gli occhiali...».
Il segreto del comico ligure allevato da Beppe Grillo è la viralità, l'essere perfettamente dentro l'organismo di cui si prende gioco. Anche se è una particella estranea, ci si trova a proprio agio e lo percorre in lungo e in largo. È il principio del vaccino: ti iniettano in dosi minori il batterio dell'influenza e tu la sopporti e la metabolizzi quasi senza accorgertene. Il virus è Alice che si aggira per Il Paese delle meraviglie. Bastano un po' di stupore e di disincanto e il gioco è fatto. Crozza si frega le mani appena sente Formigoni arrotare le erre in mezzo a schiere di giornalisti impertinenti. O Marchionne inveire contro la Fiom di Landini. O Bersani dire che con il Monte Paschi il Pd non c'entra. «Io non so se c'entra. So che il Monte dei Paschi è una Fondazione del comune di Siena che è di proprietà del Pd. Ieri mattina ho fatto un bancomat al Montepaschi e una voce metallica mi ha detto: “Porco boia...”».


A Ballarò, l'altra sera ridevano tutti, Casini, la Meloni e la Finocchiaro. «Senta Finocchiaro... Manca ancora un mese per perdere le elezioni. Dopo il Montepaschi avete qualche altra puttanata da giocarvi come jolly?».

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