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Imu, altro che stangata sulla seconda rata: ora rischiamo di pagare pure la prima

Ricordate la prima rata dell'Imu? Il governo sbaglia i conti e le coperture saltano. Morale? Toccherà ai cittadini pagare. Un altro pasticcio del duo Letta-Alfano

Imu, altro che stangata sulla seconda rata: ora rischiamo di pagare pure la prima

Una farsa senza fine. La cancellazione dell'Imu sulla prima casa si sta rivelando un vero e proprio boomerang per i contribuenti. Tutta colpa del duo Letta-Alfano che a far di conto non sembrano affatto portati. Se nelle ultime ore il pasticcio fatto dal ministero dell'Economia sulle coperture per l'abolizione della seconda rata aveva gettato nel panico gli italiani, c'è un'altra ombra che sembra addensarsi all'orizzonte. Secondo uno studio della Cgia di Mestre, anche le coperture sulla prima rata dell'Imu sono a rischio. Tantoc che per le imprese e i cittadini italiani si profila un ulteriore aumento del carico fiscale.

Nonostante il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni vada in giro a dire che l'esecutivo ha "mantenuto la promessa" cancellando emtrambe le rate dell'Imu sulla prima abitazione, qualcosa, gli italiani, la dovranno comunque pagare. E questo "qualcosa" rischia di trasformarsi in una vera e propria stangata. Fino a qualche ora fa era solo la seconda rata a impensierire i contribuenti. Secondo uno studio della Uil, infatti, la mancata copertura di tutta la seconda rata dell'imposta costerà una media di 42 euro per i cittadini con aliquota maggiorata. Ma che, stando al report della Cgia, diventano da 71 a 104 euro nella peggior ipotesi, cioè in caso di aumento generalizzato delle aliquote. È stata già ribattezzata come "mini Imu" ed è la differenza di gettito determinata dallo "spazio" tra l’aliquota standard e l’aumento deliberato dal loro comune (dal 4 al 6 per mille) che riguarda una quarantina di capoluoghi. Il governo si è impegnato infatti a pagare la metà di quella somma, circa 500 milionidi euro. Gli altri li dovranno tirar fuori i cittadini entro metà gennaio. Tutto qui? Macché! Una nuova batosta già si profila all'orizzonte. Anche la prima rata è in forse. Stando allo studio degli artigiani di Meste, infatti, se entro oggi l’Erario non avrà incassato 925 milioni di euro di maggiori entrate Iva versate dalle imprese a seguito dell’impegno della Pubblica amministrazione di pagare 7,2 miliardi di euro di debiti scaduti e altri e 600 milioni di euro dalla sanatoria rivolta ai concessionari dei giochi, anche l'abolizione della prima rata dell'imposta sarà seriamente messa a rischio.

Il decreto che ha cancellato la prima rata dell’Imu sull’abitazione principale farà scattare la cosiddetta "clausola di salvaguardia". Per coprire la parte di gettito mancante, il ministero dell’Economia potrà quindi dar luogo a un provvedimento di legge che preveda l’aumento degli acconti Ires e Irap in capo alle imprese e delle accise sul gas, l’energia elettrica e le bevande alcoliche. "Il rischio che ciò avvenga è molto elevato", spiegano gli analisti della Cgia di Mestre. A fronte degli ulteriori 7,2 miliardi di euro di risorse stanziate dall'esecutivo, affinchè la Pubblica amministrazione saldi i vecchi debiti contratti con le imprese, il dicastero di via XX Settembre ha certificato che ne sono stati pagati poco più di 2 miliardi (pari al 28% circa del totale). Pertanto, risulta difficile rispettare l’indicazione prevista dalla legge: ovvero quella di incassare 925 milioni di euro di Iva entro la fine di novembre. In merito alla sanatoria rivolta ai concessionari dei giochi, invece, le indiscrezioni apparse negli ultimi giorni sulla stampa specializzata ci dicono che, probabilmente, l’Erario ha riscosso poco più della metà del gettito previsto. In buona sostanza, l’obbiettivo di incassare 1,525 miliardi di euro per coprire l'abolizione della prima rata pare un obiettivo difficilmente raggiungibile. Così, salvo ripensamenti dell’ultima ora, per i cittadini è probabile un ulteriore aumento delle tasse. "Voglio sperare che ciò non accada - ha commentato Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - sarebbe una vera e propria beffa".

Dopo che per mesi ci hanno assicurato che nel 2013 non avremmo pagato l’imposta sulla prima abitazione, adesso spunta il rischio di pagarla, almeno in parte, sotto altre forme. "Questo meccanismo introdotto con la cosiddetta 'clausola di salvaguardia' è paradossale - ha tuonato Bortolussi - se il governo non raggiunge un determinato obbiettivo di bilancio, scatta automaticamente una nuova forma di gettito che va a coprire la parte mancante".

Nel caso specifico: la Pubblica amministrazione non paga i suoi debiti e quindi le aziende non possono versare l’Iva o lo Stato non riesce a incassare i soldi dalla sanatoria sui giochi? Nessun problema, a pagare la differenza è il cittadino.

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