Imu, la nuova Ici si potrà pagare in tre rate Stretta sugli sgravi

Il saldo entro il 17 dicembre. Sconto di 200 euro solo per l'abitazione di residenza

Imu, la nuova Ici si potrà  pagare in tre rate Stretta sugli sgravi

Roma - Tre rate per la nuova Imu. L’imposta sulla prima casa si pagherà in tre soluzioni: la prima entro il 18 giugno, la seconda entro il 17 settembre, l’ultima entro il 17 dicembre. La commissione Finanze della Camera ha approvato l’emendamento al decreto fiscale che diluisce in tre rate, anziché nelle tradizionali due, la «botta» per i contribuenti.
Le prime due tranche corrispondono ciascuna a un terzo dell’imposta calcolata secondo l’aliquota di base. La terza rata, quella di dicembre, corrisponde al saldo dell’imposta dovuta per l’anno intero, con l’eventuale conguaglio. I Comuni hanno infatti ancora tempo, sino a settembre, per modificare le aliquote. Dunque, è probabile che gran parte delle tredicesime vengano destinate all’Imu piuttosto che agli acquisti di Natale e di fine anno. L’imposta potrà essere versata anche con bollettino postale.
Nulla cambia invece per le seconde case, come avevano chiesto i Comuni. In questo caso l’imposta continuerà ad essere versata in due rate del 50%; ma si discute anche la possibilità di concedere ai proprietari di versare, se lo vogliono, anche l’Imu prima casa in due soluzioni anziché in tre. Per il momento, tuttavia, un emendamento Udc in tal senso è stato accantonato. Del «sì» alla rateizzazione dell’imposta è soddisfatto il Pdl, che l’aveva lanciata nelle settimane scorse. «Servirà - osserva il segretario Angelino Alfano - a rendere un po’ meno pesante l’impatto sui cittadini».
Insieme con le tre rate, la commissione Finanze di Montecitorio ha anche approvato una «stretta» alle agevolazioni prima casa. Lo sconto di 200 euro previsto dalla legge vale solo per «l’abitazione dove il contribuente e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente», e vale per un solo immobile. Ovviamente valgono solo per una abitazione gli altri sconti, quelli di 50 euro per figlio convivente a carico, d’età non superiore ai 26 anni. Per chiarire, non sarà possibile per i coniugi conviventi, che però dichiarano residenze diverse in due case dello stesso Comune, avvalersi di un doppio sconto. Per quanto riguarda invece i coniugi separati, l’Imu sarà versata da chi ha il «diritto di abitazione» sulla casa. In breve, paga chi abita effettivamente l’immobile, a prescindere da chi ne è proprietario.
Inoltre, gli immobili distrutti dal terremoto nella zona dell’Aquila saranno esenti da Irpef, Imu e Ires fino alla ricostruzione. Per la precisione, saranno esentati dai pagamenti i fabbricati «distrutti a seguito di ordinanze» oppure dichiarati inagibili nelle zone colpite dal sisma del 6 aprile 2009.
I Comuni continuano a protestare contro la rateizzazione dell’Imu, anche se limitata alla prima casa. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, ricorda che con il meccanismo attuale ai Comuni va l’80% di quanto incassavano con la vecchia Ici; inoltre la suddivisione del tributo in tre tranche sarebbe «insostenibile» per la gestione dei bilanci. Per i commercialisti «si sta rasentando il ridicolo: sono infatti i contribuenti a dover fare i conti - spiega il presidente dell’Ordine, Siciliotti - persino su quanto va al Comune e quanto allo Stato». Mentre ci sono Paesi dove, al contrario, mandano ai contribuenti i bollettini prestampati. I continui cambiamenti legislativi, e l’incertezza su quanto effettivamente si dovrà versare, alimentano molta confusione. La maggior parte dei Comuni deve ancora decidere se modificare l’aliquota di base. Inoltre il governo ha tempo sino a dicembre, cioè alla vigilia dell’ultimo pagamento, per cambiare ancora le norme, in modo da raggiungere in ogni caso il gettito previsto dal «salva Italia».
Oltre alle modifiche sul capitolo casa, la commissione Finanze della Camera ha approvato altri emendamenti al decreto fiscale. È stata cancellata la norma, approvata in Senato, che prevedeva la tassazione sulle borse di studio superiori agli 11.500 euro.
È stata inoltre proposta una tassa sugli aerotaxi: cento euro a passeggero per le tratte inferiori ai 1.500 chilometri, 200 euro per le tratte oltre quel limite. Si riformula anche la «tassa sul lusso» per quanto riguarda aerei ed elicotteri, agevolando gli apparecchi più piccoli.

E ancora, fra le proposte del relatore: niente imposta di bollo per le ricevute relative al pagamento degli affitti, se il proprietario ha optato per la cedolare secca; slittamento al 16 luglio del pagamento del bollo sullo scudo fiscale, con uno sconto se si rinuncia all’anonimato; slittamento dal 1º maggio al 1º luglio dell’obbligo di pagamento per via elettronica, bancaria o postale, di stipendi e pensioni superiori ai 1.000 euro.

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