Imu, rendite calcolate su prezzo di mercato e metri quadri: una mazzata sulla casa

L’unità di misura per conteggiare il valore commerciale di un’abitazione non sarà più il numero dei vani. Poi si terrà conto della localizzazione e della qualità dell’immobile

Imu, rendite calcolate su prezzo di mercato e metri quadri: una mazzata sulla casa

Roma - È forse l’unica vera rivoluzione nella delega fiscale approvata ieri dal Consiglio dei ministri. «Doverosa», commentano i sindacati e in genere chi punta a colpire le rendite da immobili. Per la stessa ragione temutissima dai proprietari di immobili già alle prese con l’Imu, tanto che il governo ha messo le mani avanti e nel comunicato del Consiglio dei ministri ha precisato che «per evitare che la revisione delle rendite catastali causi un aggravio del carico fiscale, è prevista la contestuale riduzione delle aliquote». In sostanza, se aumenterà la rendita sulla quale si pagano le imposte, caleranno le aliquote.
I tempi sono comunque lunghi, gli addetti al settore prevedono che per attuare la rivoluzione serviranno almeno altri due o tre anni. Prima, insomma, i proprietari di case dovranno fare i conti con la nuova Ici, poi potranno cominciare a preoccuparsi.
Come previsto, la delega prevede che il valore patrimoniale dell’immobile sarà determinato utilizzando «il metro quadrato come unità di consistenza». Non più, quindi, vani catastali. Sostanzialmente, si mira ad allineare il valore catastale a quello di mercato individuando, in collaborazione con i Comuni, il «relativo valore patrimoniale e la rendita». Operando «con riferimento ai rispettivi valori medi ordinari espressi dal mercato nel triennio antecedente l’anno di entrata in vigore del decreto legislativo». Letta così significa che i valori sono determinati sulla base delle quotazioni di mercato del periodo 2009-2011, quando il mattone ha raggiunto picchi che già quest’anno non si sono ripetuti. Per questo il governo precisa che dovranno essere previsti «meccanismi di adeguamento periodico dei valori e delle rendite delle unità immobiliari urbane».
Il percorso che porterà al nuovo valore catastale è graduale. L’obiettivo è quello di portare «equità e razionalità del sistema» con l’aiuto dell’Agenzia del territorio e dei Comuni. Già oggi l’agenzia fa un monitoraggio dei valori di mercato degli immobili.
Il valore patrimoniale e la rendita saranno quindi stabiliti tenendo conto di alcuni parametri. Localizzazione, qualità dell’immobile e superficie in metri quadri. In sostanza si cercherà di correggere certe distorsioni, come quella di case nei centri storici che hanno ancora una valore catastale basso perché in passato erano popolari. E di appartamenti di periferia che hanno rendite più alte perché si trovano in zone un tempo considerate di lusso e residenziali.
Ai Comuni il compito di indicare se determinate zone sono state «centrificate» se cioè sono diventate di pregio. E se altre sono decadute.

Per le unità immobiliari urbane si terrà conto della «definizione degli ambiti territoriali del mercato immobiliare», della «rideterminazione delle destinazioni d’uso catastali ordinarie e speciali». Non ci saranno solo aumenti, spiegavano ieri fonti governative. Per alcuni immobili il valore e la rendita potrebbe addirittura calare. Ma non sono in molti a crederci.

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