Anche il sottosegretario alla Difesa, l'azzurro Matteo Perego di Cremnago, interviene sull'escalation di tensione internazionale a partire dagli attacchi anarchici alle nostre sedi diplomatiche.
Dopo gli attacchi anarchici, bisogna alzare l'allerta?
«L'ipotesi di una regia unica dietro gli atti intimidatori che sembrerebbero essere riconducibili a gruppi eversivi di matrice anarchica, deve far aumentare il già consolidato livello di attenzione dei nostri apparati di sicurezza. Questi atti violenti vanno prevenuti e condannati con fermezza».
Il ministro Crosetto poi evoca lo spettro della terza guerra mondiale.
«Il ministro parla di escalation che potrebbe portare a una evoluzione del conflitto, facendo l'esempio dell'ingresso dei carri russi a Kiev. Bisogna evitare un escalation tale da far allargare la guerra già in atto, le cui conseguenze sarebbero imprevedibili. Bisogna avviare un dialogo per cessare delle ostilità e costruire un percorso di negoziati per una pace nell'interesse soprattutto del Paese aggredito».
Carri armati Leopard, F-16... la guerra sta davvero cambiando passo?
«In situazioni di conflitto è normale che la difesa sia proporzionale alla minaccia, se la minaccia diventa più aggressiva un popolo come l'Ucraina deve difendersi e la comunità internazionale deve supportare uno stato aggredito, come citato dall'articolo 51 della Carta ONU che definisce l'autodifesa individuale e collettiva un diritto naturale. La Guerra cambia passo ogni giorno in maniera non programmata, l'unico finale che tutti dobbiamo cercare di ottenere è quello della Pace».
Cosa ne pensa dell'invito sanremese per Zelensky?
«Della decisione di ospitarlo a Sanremo ne comprendo il significato e l'obiettivo, ossia voler tenere accesi i riflettori sulla guerra in atto. Ci sono sensibilità diverse, alcune certamente strumentali, ma quel che conta è l'interesse comune di raggiungere con ogni mezzo o sforzo la pace».
Su cosa punterà il sesto decreto aiuti per l'Ucraina?
«Sarà il primo decreto a contenere solo armi difensive e aiuti civili, gli aiuti che arriveranno a Kiev non servono solo per salvare l'Ucraina ma anche per allontanare la possibilità di una escalation drammatica. Punterà anche a sistemi di difesa efficaci che possono salvare non solo vite umane ma l'integrità di infrastrutture sensibili».
Tanti lamentano l'obsolescenza delle nostre scorte di armi e strumenti militari.
«Lo strumento militare ha anche scopo difensivo e a favore della collettività, questo deve essere ben chiaro. Per fornire un aiuto e supporto immediato al popolo ucraino è stato necessario attingere direttamente ai mezzi già presenti nelle scorte e nelle linee logistiche e operative delle nostre forze armate. Ora bisogna ripianare i materiali forniti all'Ucraina, operando in stretto coordinamento con la realtà del cluster industriale della Difesa. Bisogna investire di più e meglio.
Il Pd dice sì a portare al 2% del Pil i fondi per le spese militari.
Questa larga
intesa vi rassicura? «Non la considero una larga intesa, queste decisioni non devono essere fatte con la bandiera di un partito. Inoltre il 2% non è un obiettivo nazionale, ma una decisione concordata in ambito Alleanza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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