Francesco Acquaroli ha 50 anni, è il presidente delle Marche e corre per il secondo mandato. Lo accusano di essere troppo amico della Meloni e lui risponde di essere orgoglioso dell’amicizia e della fiducia del Presidente del Consiglio che considera una persona straordinaria. Ma si sente forte del lavoro e dei risultati ottenuti.
Presidente, lei ha escluso dalla campagna elettorale il tema delle difficoltà giudiziarie del suo avversario Matteo Ricci. Perché lo ha fatto, rinunciando a un evidente vantaggio possibile?
«Il rispetto delle persone e delle vicende personali e delle istituzioni per me è sacro. C’è la magistratura che fa il suo lavoro. La vicenda di Ricci non mi interessa. Noi siamo chiamati a governare le Marche e dobbiamo parlare dei temi che riguardano il governo delle Marche. Non voglio parlare dei guai di Ricci, voglio parlare della sanità, per esempio, e di come abbiamo elevato le prestazioni e la qualità dei servizi, senza aumentare la pressione fiscale come è successo nelle altre regioni del centro italia. E poi delle start-up, e delle infrastrutture, e dell’economia: questo per me è importante. Sviare sulla giustizia penalizzerebbe anche noi. Oscurerebbe i risultati del nostro lavoro in questi cinque anni».
L’accusano di non essere riuscito a comunicare bene. La comunicazione in politica è importante.
«Noi abbiamo vinto le elezioni nel Settembre 2020. Poi c’è stata la pandemia e una alluvione le cui conseguenze ancora devono terminare. Abbiamo dovuto pensare alla ricostruzione post-sisma e dovevamo mettere in campo tutte le riforme. Lo abbiamo fatto con un ampio confronto con le categorie, i territori, i sindacati, i corpi intermedi. Ci siamo concentrati su questo. Invece di comunicare abbiamo governato. Sarà una colpa?».
Mi dica qualche campo nel quale avete avuto risultati.
«Sanità, difesa del territorio, infrastrutture, rilancio dell’aeroporto, sviluppo del porto, il turismo e un forte sostegno alle imprese. Queste cose erano urgenti e le abbiamo fatte. Inutile raccontare qualcosa che non si fa. Meglio fare che raccontare».
Vero che ha un concetto sacrale delle istituzioni?
«Semplicemente credo che l’istituzione rappresenti lo specchio della Comunità. Se chi guida le istituzioni non sente questa responsabilità la comunità si sgretola. L’Istituzione è la guardia del corpo di tutti, specialmente dei più deboli, dei più poveri».
Però lei promuove la meritocrazia.
«Sì, altrimenti perdiamo le idee migliori. Però meritocrazia con attenzione assoluta ai più deboli. Non sono due cose in contrasto. Anzi, sono complementari».
I soldi pubblici?
«Sono il frutto dei sacrifici di tutti. Vanno rispettati al grado massimo».
Una vittoria della sinistra cosa potrebbe cancellare?
«Non ho ancora capito bene cosa propone la sinistra. Dove vuole cambiare. Quindi non saprei dire».
E voi, se vincerete, cosa farete nei prossimi cinque anni?
«Giovani, formazione, competenze. E poi turismo, e continuare con il rilancio delle aree interne. Ma più di tutto uscire il prima possibile dalla fase di transizione».
Imprese?
«Internazionalizzazione e sviluppo. Continuare nella direzione intrapresa visto che siamo tra le regioni del centro Italia che crescono di più. Siamo la prima regione in Italia nelle start-up innovative e seconda nella manifattura. All’inizio del mio mandato avrei firmato per ottenere la metà degli obiettivi che abbiamo raggiunto».
La passione politica in lei come è nata?
Con Fini e Alleanza Nazionale. Poi a un certo punto mi è sembrato che si fosse perduto tutto. È stata Giorgia Meloni a riaccendere la passione. La sua fiducia è per me una grande responsabilità».
La sinistra l’accusa di essere lì solo per grazia della Meloni.
«Quella che per loro è una debolezza per me rappresenta una forza. La sinistra tende a strumentalizzare e banalizzare i risultati ottenuti grazie alla collaborazione tra regione e governo. Cosa mai capitata in precedenza. Anzi, ha sempre fallito nel suo compito» Mi faccia un esempio «Basta pensare al fallimento di Banca Marche. Altri istituti sono stati salvati. Con quale criterio?».
I suoi valori come uomo?
«L’onestà, la passione, la correttezza e il rispetto sono per me valori imprescindibili. Non giudico nessuno ma nella mia vita rappresentano un faro. Come lo sono la famiglia e la fede».